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martedì 9 febbraio 2010

5 lezioni a Tremonti, 200 pp. di niente

Di che chiedere il rimborso all’editore! Che è però la serissima, ancorché napoletana, e un po’ accademica Áncora del Mediterraneo, Berardinelli, Macry, Fofi, Filippo La Porta, Herling, Hertzfeld, Percy Allum, Nelson Moe tra gli altri i suoi autori. Sotto il titolo “Tremonti, istruzioni per il disuso”, ben cinque economisti ricamano duecento pagine sul nulla, un articolo dell’“Unità” o di “Repubblica” contro il ministro, un solo articolo, sarebbe già meglio. Roba da revulsione.
Il mondo crolla, senza rimedi in vista, e cinque economisti non trovano di meglio che rifare le bucce a Tremonti, a due libri di Tremonti, “La paura e la speranza” di due anni fa, e “Rischi fatali” di cinque anni fa. Anche in ritardo, dunque – trascurano “Lo Stato criminogeno”, forse perché pubblicato da Laterza, editore democratico. Merita ricordarne i nomi, per evitarli: Alberto Bisin, Michele Boldrin, Sandro Brusco, Andrea Moro, Giulio Zanella.
Non cinque economisti disoccupati, che passano il tempo al bar, i cinque si gloriano di aver girato il mondo tra le università più prestigiose, tutti cattedratici in America, eccetto Zanella in cattedra a Bologna. Goliardi forse, i cinque animano il blog noisefromamerica.org, dove fanno polemicucce. Il milanese Bisin, collaboratore della “Stampa”, vi ha difeso ultimamente Tremonti: “La rigidità finanziaria del ministro Tremonti è tanto impopolare quanto importante. Data la situazione in cui versa l’amministrazione locale nel Mezzogiorno, il governo fa bene nel breve periodo ad accentrare i centri di spesa per investimenti al Sud” - a conclusione, è vero, di un commento di comune fede leghista: “Il Nord continua a pagare”. Ma sono goliardi un po’ attardati, poiché vanno per i cinquanta, sempre eccettuando Zanella.
L’unico motivo di lettura è che i cinque usano lo stile che rimproverano a Tremonti. Anche se tragicamente non lo mimano, la loro non è una farsa, si vuole una satira e una tragedia. Una scrittura generica e non economicistica, da politicanti. Peggio, criticano i libri di Tremonti non per quello che contengono ma su quello che ne dicono le bandelle e il blog giuliotremonti.it. Si può anche decidere che non serve leggere un libro di Tremonti, anzi due. Ma bisognerebbe essere onesti, e limitarsi a un libro di una sola parola: “Stronzaggini”. Se si tratta di Berlusconi i giudici italiani lo permettono.
Si spererebbe a questo punto che i cinque, meno Zanella, siano fuoriusciti di Berlusconi, ma nemmeno questo è vero. Sono americani da vent’anni a passa, e in cattedra retribuita, anzi in tenure track, in carriera. E allora che vogliono i magnifici cinque? Divertirsi a nostre spese, quindici euro a testa. Si capisce a questo punto che l’economia sia la gamba debole dell’America che ci comanda.
AA.VV., Tremonti. Istruzioni per il disuso, Áncora del Mediterraneo, pp. 188, € 14,50

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