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lunedì 8 febbraio 2010

Gli spiriti di Haiti resistono, a letto

“Un pomeriggio di giugno 1958, bighellonando nella stufa della Grande-Rue a Port-au-Prince, mi sono trovato faccia a faccia col mio amico d’infanzia e condiscepolo di classe Laurent Sterne”. Si diverte così René Depestre nei suoi racconti salaci, sempre assortiti di glossario per le innumerevoli varianti sul sesso dell’uomo e della donna, a metà tra la Sorbona e Jacmel, il villaggio d’origine, nel Sud-Ovest del paese, dove le cose si gonfiano inarrestabili, per uno spirito mordace che sopravanza la miseria. Nella donna caraibica incarnandosi la bellezza e perfidia della mulatta, di tanta letteratura europea. Bizzarramente trascurato nella tragedia di Haiti, Depestre ne è l’anima, anche in queste due raccolte di racconti apparentemente divaganti (quattro della raccolta "Éros" costituiscono il mini tascabile “L’oeillet ensorcelé”). Riuscendo un innesto unico, dopo Henry Miller, del sesso nel meraviglioso. Anzi meglio di Miller, del sesso sfrenato nel quotidiano e insieme nella magia.
È un Boccaccio contemporaneo, nero, haitiano, quindi su sfondo di loa, "umili dei del sottosviluppo", e incontinenze. La miscela del surrealismo, da Depestre mediato diciottenne a Port-au-Prince nel 1945, a un incontro con Breton che ritornava in Francia alla liberazione dalla Martinica, e metabolizzato trent’anni dopo - il "surrealiamo popolare" appaia all'"erotismo barocco" in "Ritorno a Jacmel", l'ultimo racconto di "Alléluia". Dopo trent’anni di vita politica, creatore del partito Comunista a Haiti, e per questo esule, in tutto il Sud America, nell’Europa dell’Est, in Cina, e per quasi vent’anni a Cuba, fino alla rottura con Castro nel 1978 – ma già in esilio dal regime dal 1971. Dopodichè si è stabilito a Parigi, alto funzionario dell’Unesco, premiato, a ogni raccolta di racconti e a ogni romanzo, dalla migliore critica (in Italia dal Grinzane Cavour nel 1995). Qui fa l’amore anche in Cina, come dice il titolo, e nella ex Hugoslavia, dove l’amore era proibito, nomade dalle radici multiple, “uomo-baniano” e “geo-libertino”. Le "Memorie del geolibertinaggio" sono un Rabelais tascabile, debordante di fantasia, la scoperta alla Sorbona che la realtà è "sedicente", ma l'amore di tutte le donne del mondo può ancorarla solidamente, dello studente intristito di medicina facendo d'un colpo un "pescatore di perle, orticultore della rosa nera, cacciatore dell'alga bianca, alchimista delle belle forme, corsaro, matematico, poeta epico...", avendo letto tutti i libri, "in un mondo saporitamente orizzontale in cui non c'è più guerra fredda".
Proibito l’amore è anche a San Paolo del Brasile, perlomeno tra un bianca e un nero, in quello che è l’unico racconto polemico o ideologico delle due raccolte, “Samba per Cristina de Melo Pessoa”: “Dopo le grandi città degli Usa, San Paolo è, giusto rima dell’Avana, l’agglomerazione più razzista dell’emisfero occidentale”. Ma gli spiriti di Haiti si divertono anche a San Paolo - di una umanità che sopravvive, malgrado l'inedia ancestrale, e "una terra senza tenerezze né consolazioni", anche due settimane sotto le macerie, cosa per la scienza medica impossibile.
René Depestre, Alléluja pour une femme-jardin, Folio, pp. 217, € 6
Éros dan un train chinois, Folio, pp.211, € 6
L’oeillet ensorcelé, Folio 2 €

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