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domenica 23 gennaio 2011

Ombre - 75

Veltroni riunisce l’Italia che conta al Lingotto e lancia la patrimoniale. Cioè un’altra tassa sui poveri cristi – con giubilo del “Sole 24 Ore”. La disoccupazione, la sottoccupazione, i laureati declassati, la sanità, il sindacato? Non è incoscienza, anche a Roma Veltroni aveva il vezzo di mettere lieto nuove tasse. Per un paio di milioni di false tasse, le “cartelle pazze”, ha anche passato Roma alla destra.

Vauro disegna una vignetta che irride il papa e Santoro si scompiscia. Anche i suoi ospiti affini (la Bindi non ce l’hanno fatta vedere) ridono sgangherati. E i suoi ospiti pagati, che applaudono. In buon toscano: sembra di avere le traveggole. In lingua: tutto questo è di sinistra?

La furbata congiunta Boccassini-Santoro per rendere pubblico il telefonino di Berlusconi invece sgomenta: a questo punto? Come se Berlusconi avesse un telefonino, uno solo. Sono così incapaci?

L’agenda europea che Bruxelles impone a tutti gli studenti dell’Unione, con le festività di ogni religione conosciuta eccetto quelle cristiane, sarebbe da ridere se non la pagassimo noi. E se non fosse opera di una Commissione dove pure la maggioranza, con Barroso, è democristiana.
C’è dietro anche il Belgio, uno studio commissionato dal governo belga sul trattamento delle festività di diritto civile nell’epoca della interconfessionalità. E qui si capiscono i fiamminghi che se ne vogliono andare. Che nemmeno dei gesuiti belgi si fidano, se hanno imposto a Lovanio la divisione della biblioteca in due, dalla A alla L, e dalla M in poi.

Cameron riformula la sanità e ridà il controllo sulla gestione e le spese ai medici, a quelli di base e agli ospedalieri con le nurse – che, come spiega Orwell in un famoso saggio, sono la chieva della buona sanità. Rimettendo al loro posto i sindacati dei portantini e privandosi dei cosiddetti manager, cioè politici trombati ma sempre buoni per gli appalti. Una specie di uovo di Colombo. Ma in Italia non interessa, nè a sinistra né a destra, malgrado il tanto parlare del deficit sanitario che, più di tutti, strozza la finanza pubblica e ingrossa il debito.

La Polizia di Milano intercetta per sei mesi in grande stile, senza alcun indizio di reato, tutto quanto avviene dentro e attorno ai palazzi di Berlusconi a Milano. Attorno cioè a un presidente del consiglio, che la Polizia non si premura di proteggere. Al contrario, può vantare di avergli messo addosso per spiarlo 150 uomini. La notizia è confortante perché vuole dire che i soldi ci sono – prima lamentavano di non poter comprare la carta igienica.

Al Massimo di Palermo si boicotta con un mini sciopero la prima di un’opera di Marco Tutino. Il compositore è colpevole di non avere opposto adeguata resistenza, in qualità di presidente delle Fondazioni liriche, ai tagli alle sovvenzioni. La notizia non c’è nel “Corriere della sera” e “Repubblica”.

Una Sabina Began dice a Sky che la Procura di Bari due anni fa stava per farle firmare falsi verbali contro Berlusconi. E che alle sue proteste, quando casualmente se ne accorse, i Procuratori da gentili divennero minacciosi. Ma non è un reato? Magari solo di calunnia? La giustizia ha la faccia di bronzo, non solo nella statua.

Giovanni Floris si vanta di non aver fatto parlare Berlusconi nella sua trasmissione. Dopo due o tre ore di rimestamento delle gravissime accuse che Milano muove allo stesso. Resistenza? All’audience? Censura.

“È Zingaretti il mio Obama”, proclama il comico Albanese, e non per ridere. Non Montalbano ma il fratello, che è politico di professione e presiede la provincia di Roma. Il comico ha una due giorni pienissima: deve occupare ogni interstizio, in modo che “tutti” vadano a vedere subito il suo film “Qualunquemente”. Che immortala il suo personaggio Cettolaqualunque, il politico nemico di ogni regola.
Cettolaqualunque il comico, di Olginate in provincia di Lecco, fa con grande sensibilità calabrese. E il suo film “Qualunquemente” fa uscire in seicento copie, che lo vedano tutti subito, senza passaparola – il marketing più aggressivo, che lascia lo spettatore senza parole, e quindi anche disonesto.
Per essere equanime Albanese dice che anche Vendola non è male.

Zingaretti, il presidente della Provincia, fa eco ad Albanese e lo rilancia: “Antonio Albanese è una persona intelligentissima, un acutissimo osservatore del costume italiano”.

Ruby, che più che altro sembra furba, a settembre, ottobre e novembre dice, una volta al mese, qualcosa che può (e non può) incastrare Berlusconi. Non è ben diretta? È manovrata per dire e non dire? Al telefono che lei sa intercettato, beninteso.

Non è “il Manifesto”, “quotidiano comunista”, sono i grandi giornali dei grandi padroni, il “Corriere della sera”, “la Repubblica”, “il Messaggero”, un po’ perfino “Il Sole”, a considerare i sì a Mirafiori come il voto dei servi. Senza dirlo naturalmente, ma con le presentazioni, e le non presentazioni, le intervistine, e le non intervistine, insomma al solito modo, con gli ammiccamenti.

Le inondazioni fanno a Rio de Janeiro 650 morti, con danni si presume maggiori magari che nel terremoto dell’Aquila che ancora ci tormenta, e non se ne dice nulla, i tg ne parlano come di un incidente stradale, i giornali nelle brevi. Nulla al confronto di Battisti, che invece continua a dominare i commenti.

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