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mercoledì 7 settembre 2011

Ombre - 101

Il cardinale Tettamanzi conferma che la corruzione è ovunque a Milano. Lo dice dopo lunga riflessione, nove anni. Al momento di lasciare la diocesi della stessa Milano. Senza aver posto mano a quella più evidente, l’immobiliare della stessa diocesi.

Non voleva solo rubare le foto del campionato vinto, Barbara Berlusconi insiste a insidiare Pato. Continua la vendetta della madre contro il babbo: la moglie gli ha distrutto la politica, la figlia gli distruggerà il Milan.
Ma la figlia è molto berlusconiana. Non sarà Berlusconi stesso la vera Medea della sua tragedia?

Il Csm si appresta a giudicare il Procuratore capo di Bari Laudati, il magistrato che indagò sulla sanità nella Regione Puglia, portando alla condanna dell’assessore, un Democratico.
Lo giudica per la vicenda Tarantini, o delle puttane di Berlusconi. Testimone d’accusa il Procuratore Giuseppe Scelsi, dalemiano di ferro – aveva preannunciato a D’Alema lo scandalo delle puttane. Presiede Guido Calvi, avvocato dalemiano senatore per tre legislature del Pci-Pds. Senza vergogna. D’Alema è invece presidente del Copasir, i servizi segreti.

L’avvocatessa Bongiorno, onorevole di Fini, otterrà a Perugia l’assoluzione di due sicuri assassini. Perché alla Camera presiede la Commissione Giustizia? Senza conflitto d’interessi naturalmente.

La Cina sfida il monopolio Usa della finanza con un'agenzia di rating. Si chiamerà Dagong e, scrivono i giornali del gruppone neo guelfo, è stata ideata da Romano Prodi. Niente di meno.
Prodi ha buona immagine per aver vinto due elezioni da solo, anzi contro molti dei suoi obbligati sostenitori. Che in entrambi i casi l’hanno liquidato appena hanno potuto. Ma ha sempre incarnato l’insostenibile provincialismo democristiano (Fanfani paciere in Vietnam, eccetera), specie da presidente della commissione Ue.
Ora è in corsa per il Quirinale, punta di diamante del neo guelfismo. E non vede il ridicolo di farsi guida della Cina, degli Usa, dei mercati, la pulce ‘n coppa all’elefante.

Sciopera la Cgil e il “Corriere della sera” non esce. Gli altri quotidiani sì, il giornale lombardo no, perché la Cgil vi è maggioranza. La cosa duole alle tasche della casa editrice. Ma anche alla buona coscienza, democratica, dei diritti, perfetta insomma, del mite Ferruccio de Bortoli. Il direttore del “Corriere della sera” ha scritto alla segretaria della Cgil Camusso per chiedere una deroga, e non avendone avuto risposta la dice maleducata. In un “fondo” apposito in prima pagina in evidenza. La democrazia che si vuole “delle eccezioni”.

“Il Sole 24 Ore” attribuisce gli eurobond a Prodi e Alberto Quadrio Curzio, invece che a Tremonti e Juncker. È la nuova Democrazia Cristiana di Marcegaglia in cammino, prima tappa Prodi presidente della Repubblica. Ma affida il compito a Valerio Castronovo, e lo storico si presta docile. Vite sprecate.

Castronovo riesce a dire nello stesso servizio che “Ceca, Cee e Ue apparivano poco utili a Berlino”. Intanto, semmai apparivano poco utili a Bonn - che in realtà ne fu sempre entusiasta, da Adenaueer e Erhard fino a Kohl, cioè per tutto il ciclo della Repubblica Federale renana. Ma, poi, lo storico addossa la colpa della Germania unita a Angela Merkel...

“Serve uno sforzo da 400 miliardi, lo può fare solo un governo tecnico”. Profumo entra in politica e debutta con una doppia scemenza, tecnica e politica. Forse è solo per questo che i banchieri se ne sono liberati.

“Redditi on line, dubbi dei sindaci” titola in grande il “Corriere della sera” sabato. E mette in lista una serie di sindaci che invece sono tutti per prendersi il fisco, e qualcuno l’ha già fatto, Pisapia a Milano, Vincenzi a Genova. Le ragioni della Resistenza non sono quelle della grammatica? Stalin non l’avrebbe tollerato, questo sovietismo è eccessivo e sciocco – insipido.

L’unico politico che ha avuto fiducia in Mario Monti è stato Berlusconi, che l’ha mandato onorato commissario a Bruxelles. L’unico politico che il melassa Monti critica è Berlusconi. Le ragioni della banca prevalgono su quelle della lealtà, sia pure di facciata: l’euro va abbattuto, facendo finta di difenderlo meglio.





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