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martedì 10 luglio 2018

L'odissea di Salvini

Salvini da Mattarella è in buona compagnia, preceduto da Ulisse nella “Odissea”, XIII.
Il racconto ne è presto fatto, Citati lo ha anticipato in “La mente colorata”, la sua lettura minuziosa della “Odissea”: “Quando Ulisse stava a Scheria, Alcinoo gli raccontò un’antica profezia rivelatagli da suo padre, Nausitoo. Il dio dei Feaci, Posidone, era arrabbiato con loro, perché accompagnavano con le navi gli stranieri indirizzati a Scheria. Un giorno li avrebbe puniti, spezzando una nave dei Feaci, di ritorno da un viaggio di scorta” – e “avvolgendo la città con un gran monte”, sintetizza Citati, perplesso anche lui sul significato di questa seconda minaccia. “Sia Nausitoo che Alcinoo non danno peso ala minaccia, come se Posidone non l’avesse proferita”. L’esito è immaginabile. Ma non subito.  
Anche Omero infatti è per l’accoglienza: “Il «secondo Omero» ama questi re che coltivano la religione dell’ospitalità protetta da Zeus, e ammira il tranquillo coraggio con cui continuano a inviare navi e stranieri in ogni parte della terra” - non per farne commercio? Ma alla fine cede: Posidone vuole distrutta la nave con cui i Feaci “accompagnano gli uomini” di qua e di là, e Zeus non si oppone. La nave sarà trasformata in un sasso, radicato presso la riva, la grande roccia della predizione, che avvolga o schiacci Scheria, i marinai rimarranno uccisi, i Feaci impotenti che solo possono organizzare sacrifici per placare il dio.
È anche vero, in questo “secondo Omero” della “Odisea”, nota Citati, che i Feaci erano divisi, benché tendenzialmente buoni: “Qualcuno potrebbe sostenere che che i loro re sono empi, perché non ascoltano la voce del dio”. Omero, il “secondo Omero”, essendo per l’accoglienza non sostiene gli insoddisfatti. Ma non si sfida impunemente l’ira degli dei. La fine è incerta, ma non che non si capisca. Omero, essendo di parte, “interrompe la scena”, spiega Citati: “Si rifiuta di raccontare cosa accadrà a Scheria”. Ma si sa che accadrà.
L’unico inconveniente è che Ulisse approda a Itaca nel tardo autunno, quando la navigazione in mare aperto si sospende, mentre Salvini avvista la Libia nella tarda primavera, in piena stagione nautica.


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