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giovedì 14 marzo 2019

Niente Brexit, siamo inglesi

Dunque, è subito chiaro: Londra conferma, senza più ipocrisia, di puntare a un rinvio della fuoriuscita dalla Ue. Per ottenere qualche concessione di più – magari presentando un nuovo governo, più oltranzista o minaccioso di Theresa May. O anche, novità da non scartare, per avviare un ripensamento, se, dovendo partecipare fra due mesi alle elezioni europee, troverà un elettorato a grande maggioranza partecipe.
La novità è relativa, già da tempo l’opinione non era più per la Brexit. Da quasi due anni, dall’assassinio della giovane parlamentare laburista Jo Cox, uccisa a rivoltellate e coltellate da un nazionalista perché europeista schierata. I sondaggi subito rovesciarono le intenzioni di voto, dal 6-4 a favore dell’uscita a 6-4 a favore della permanenza. Un ribaltamento immediato, senza altri fatti nuovi, né ripensamenti o ragionamenti politici: d’istinto. Poi i conservatori si sono serviti della Brexir per le loro faide di partito.

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