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sabato 12 novembre 2022

Ombre - 641

Francia vs Italia sui migranti è di sinistra o di destra? È di destra estrema: i migranti vengono isolati, spulciati a fondo, e mandati fuori, in Gran Bretagna (uno dei motivi della Brexit), in Germania e altrove. Bel tema giornalistico sarebbe questo di un governo che batte a destra Meloni. Ma è presentato come un atto di umanità contro un governo (quello italiano, che accetta tutti) inumano. 

La Francia non è, e non è mai stata, neanche con i governi socialisti, tenera con i migranti.  A cui dà la caccia, irritata con l’Italia semmai di essere tropo permissiva, o disorganizzata - la Francia sempre ama dare lezioni). E gli dà la caccia, con i bastoni e anche con le armi.

Perché Macron, che è uno di destra, passa in Italia per uno di sinistra? È solo fratellanza? E perché viene sempre a Roma, alla comunità di sant’Egidio e dal papa argentino? E del terzo settore, anche lui?

“Dopo trent’anni sarebbe opportuno chiederci quale sia l’origine del termine sinistra, nato dal rifiuto degli ex comunisti di chiamarsi socialisti, dopo la dissoluzione del Pci e dell’Urss”. Simona Colarizi finalmente dice l’indicibile, a verità, intervenendo nell’interminabile dibattito “I progressisti al bivio” di “la Repubblica”. Così semplice. Ma nessuno storico, un po’ solo Colarizi, si avventura tra i guasti del Pci, alla politica, all’economa e alla storia italiane.

Per il lettore del giornale questo è chiaro: basta leggersi le lettere e le risposte dei vari redattori che intrattengono la corrispondenza. Da “vecchi”, magari giovani di età, bacucchi.

Meglio che socialisti preferirono chiamarsi democratici, con allusione ai Democratici americani, ma in realtà al seguito dei Democratici Cristiani, “partito di massa”, ai cui santi e santoni, vivi e morti, Veltroni devoto fece pellegrinaggio, dichiarandosene figlio.

Anche “progressisti” è dubbio. Riconducendo doppiamente a Scalfari, per essere laico, e per essere ammazzasocialisti, ma al servizio di Andreotti, De Mita, Prodi e Renzi, con la patente di Berlinguer.

Gira e rigira, dopo un quarto di secolo, e un impoverimento forse inarrestabile, per i dipendenti e per gli azionisti, l’ex monopolista pubblico dei telefoni, la gloriosa Sip, ora Tim, deve essere “salvata” dallo Stato. Ma non c’è diagnosi del perché, e neppure atto di contrizione. Una tradizione secolare d’innovazione è passata a gestioni predatrici, Agnelli&Co., Colaninno, Tronchetti Provera, e una proprietà ibrida che da una dozzina danni non fa che litigare. Il mercato può essere assassino. 

Muore Bono, un supemanager, da tutti i punti di vista, e “la Repubblica” titola: “L’ultimo birado” – ricordnando nelo steso tiolo che venva “dal carrozzone Efim” – spra un ritratto pertatro di dverso tenroe. C’è emrpe lpequivoco che o Stato impendotore sia – sua stato – perverso, menre non c’è paragomnne tra lvechia ziende pubblche e e le stesse messe sul mercato – almeno dal punto di vista manageriale.

Paolo Barelli, presidente della Federazione italiana nuoto da 22 anni, ha portato il nuoto italiano a competere con tutti, anche gli americani, e la Fina, la federazione mondiale di settore, lo squalifica. Per imputazioni per le quali stato già assolto, in sede penale e in sede civile. Dà fastidio? Sicuramente sì. È stato squalificato all’unanimità da un “collegio etico”. Chi siano i membri del “collegio etico” Fina non è dato sapere, come di tutto quello che ha sede in Svizzera – il presidente della Fina è da sempre un uruguayano… Barelli, benché deputato da sempre di Berlusconi, non è un buon fratello?

Non c’è problema, migranti, debito, diritti, gas, su cui l’Europa non sia spaccata, secondo i media, e in genere contro l’Italia. Cosa che è vera e non lo è, ma il tema è sempre quello, l’Europa è spaccata. Nei media che tutti, più o meno, si vogliono europeisti. Cos’è, un cupio dissolvi, i media come Sansone? I media depressi? Informazione non è – l’informazione è per natura corretta. Né c’è un premio in diffusione, che anzi ogni giorno si contrae. E se i media soprattutto informassero, invece di fare la predica o la lagna? Tante cose curiose succedono, che si trascurano. 

“Letta cita Manconi”, nota “la Repubblica”, con la fotina dell’opinione che il sociologo ha scritto per il giornale: “Da Catania rinasce la sinistra”. Ma Catania è rimasta indifferente alle ultime imprese delle ong della misericordia.

Naturalmente tutti vogliono soccorrere i naufraghi, probabilmente anche il prefetto-ministro Piantedosi. Diverso è il caso in cui non c’è naufragio o pericolo di naufragio, ma solo trasbordo, da un’imbarcazione a un’altra. Come fanno le ong: navi che attendono le imbarcazioni dei trafficanti al limite delle acque territoriali libiche, e li trasbordano. C’è più sicurezza, ma perché favorire il traffico di esseri umani? Perché di questo si tratta, non di profughi, politici o economici, e le ong tanto caritatevoli ne sono complici.

Il problema migranti è semplice: perché non impegnare l’Europa a una vera politica dell’accoglienza? Tanto più che l’Europa ha bisogno di lavoro immigrato? Per lucrare sul traffico, non c’è altra risposta. Una politica di visti d’ingresso e di viaggi sereni – come gli Stati Uniti hanno fatto per un secolo e oltre - depriverebbe le organizzazioni “umanitarie”: niente avventura e niente soldi.

“Irpef, evasione autonomi al 68.7%” – “Il Sole24 Ore”. Bella scoperta, di una cosa che tutti sanno, anche se la caccia all’evasore è sempre, da settant’anni, la caccia al ricco con patrimonio alle Cayman – peraltro provvisto di solidi paletti legali. L’Iva è tropo cara e non la paghiamo: l’idraulico, il pittore, il muratore, l’elettricista li paghiamo in contanti, e basta.

Ma non è che le Finanze non lo sappiano – solo loro? Perché non rimediano? L’evasione è dell’Iva, al 50 per cento, e per l’altro 50 per cento degli autonomi che non fatturano. Ma si fa finta di nulla: niente riduzione dell’Iva, niente incentivo fiscale a pagare comunque l’Iva, con abbattimento successivo, come si fa con la legge Prodi di venticinque anni fa per l’edilizia domestica.

Sempre “Il Sole 24 Ore”: “Censiti 592 sconti fiscali, per un costo complessivo di 82,57 miliardi nel 2023”. Anche questo si sa, da almeno mezzo secolo, che l’evasione è in gran parte elusione. Cioè pandettismo, capacità di aggirarsi tra leggi contorte.

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