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domenica 1 ottobre 2023

Ombre - 687

Giudice “schiva, equilibrata”, incostituzionalità evidente: “la Repubblica” non risparmia elogi alla giudice del Tribunale di Catania che libera tre immigrati tunisini dall’obbligo di risiedere in Centro di permanenza perché contrario alla Costituzione. Poi spiega che dei tre due sono recidivi, ci hanno riprovato dopo essere stati rimpatriati. E che “al giudice hanno raccontato le cose più disparate”: uno fugge dai “cercatori d’oro”, uno dalla famiglia della fidanzata, morte in un precedente imbarco, uno è perseguitato per le fede religiosa. Cioè? La giudice è stupida?
 
Sullo stesso giornale Giuliano Amato diluvia di nuovo, due pagine, dieci cartelle, sui migranti dopo Ustica. Il “Dottor Sottile” si gonfia, sembra la favola di La Fontaine, o di Fedro. Anche perché propone: “L’Europa riconosca lo status di rifugiato per fame o carestia”. Cioè, quello che l’Europa fa – fa solo quello, o quasi.
Ma il problema non è Amato, che ha una certa età. È che i media non sanno nulla di immigrazione, dopo venti o trent’anni di cronache concitate, anche terrificanti.
 
La giudice di Catania dei tre vaganti tunisini, Iolanda Apostolico, che a “la Repubblica” fornisce anche la fotina, sorridente, statuisce quello che tutti abbiamo letto, che la normativa europea è “superiore” a quella italiana – è vincolante. Ma è una norma europea che vuole una cauzione di 5 mila euro per evitare il Centro di permanenza. S’informa anche lei dell’Europa sui giornali? E poi, un giudice che dichiara incostituzionale una legge senza appellarsi alla Corte Costituzionale era da vedersi - per questo, giustamente, il giornale ne pubblica la fotina,  sberleffante?
 
Mamadou: “Volete fermare i barconi? Anche noi. Dateci un visto”. Mamadou è il giovane senegalese che ha ispirato Matteo Garrone per il film “Io, captano”. Semplice. Regolare, normale. Ma nessuno in Europa se ne occupa: ogni paese europeo ha bisogno ogni anno di dieci, cento, duecentomila immigrati, ma non si occupa di cercarli, anche sceglierli perché no, e dare loro una vita tranquilla, oltre che un lavoro onesto. La verità è che l’Europa li vuole a condizioni di fame e disagio, che accettino qualsiasi lavoro, qualsiasi retribuzione, senza alcuna garanzia normativa? Non si spiega altrimenti.    
 
Migliora giorno per giorno la capitalizzazione delle banche in Borsa. A spese dello Stato, per effetto dei migliori rendimenti delle obbligazioni pubbliche, che le banche detengono in quantità - uno degli effetti perversi della politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea. Ma anche dei buy-back delle banche, delle politiche di riacquisto dei titoli sul mercato: Intesa parte con un suo piano, Unicredit, che ne ha concluso uno, ne anticipa un altro già programmato. Per dare affidamento agli azionisti? Un segnale di solidità?
 
Il generale o ammiraglio che comanda la forze russe nel Mar Nero rispunta vivo, e parla anche. Il “boia ceceno” Kadyrov, pure lui già moribondo o morto, rispunta vivo, e anzi ringiovanito, perfino imbellito. Le false notizia hanno sempre fatto parte dell’arsenale bellico, ci si difende come si può. Ma che i tanti “inviati”, e le tante “inviate”, credano a tutto quello che è anche opportuno dire, questo avviene solo da qualche tempo, anzi solo in questa guerra: o il livello delle-gli inviate-i è scaduto, o Madison Avenue a New York e l’Esat End londinese, l’“industria” anglo-americana delle pubblicità, è molto abile – ma non con i media americani. Anche quelli inglesi, per quanto antirussi, sembrano stare a guardare.
 
Il generale russo dato per morto dall’Ucraina che ricompare in tv è ancor a vivo ma è però l’ennesimo caso di attacco ucraino mirato su un obiettivo preciso, non a caso, con informazioni dettagliate cioè di luogo e ora, e centrato. Come i morti in Russia tra i sostenitori di qualche nome di Putin. L’Ucraina vince la guerra contro Putin in quello che si ritiene il cuore del potere putiniano, i servizi segreti. Solo che un dubbio è d’obbligo: è tutta opera dei servizi ucraini?
 
“ll fantasma del comunismo si aggira sulla cerimonia laica”, annota Cazzullo ironico sul “Corriere della sera” al funerale di Napolitano, “e resterà a lungo un non detto, almeno fino all’intervento di Anna Finocchiaro”. Che è sta fatta parlare come (ex) compagna di partito, per ultima.
 
Dunque, non si sapeva ma si trascina da due anni un processo sportivo al Napoli calcio per l’acquisto di Osimhen dal Lille, valutato 71 milioni e pagato per 21 milioni con quattro calciatori delle giovanili del Napoli. Che però non sono mai andati al Lille - meno uno. Non si sapeva che questo processo è stato insabbiato dal procuratore del calcio Chiné. E che la Procura della Repubblica ora insiste, inviando gli atti a Roma, ultimamente delegata dalla Cassazione a indagare le plusvalenze. Non c’erano dubbi sulla “giustizia” del calcio, del duo Gravina-Chiné, ma la sfrontatezza ancora stupisce.
 
Chiamato a rendere conto del perché non ha indagato il Napoli per la falsa cessione di tre calciatori al Lille in cambio di Osimhen, Gravina rilancia facendo causa a Mancini per aver abbandonato la Nazionale. Furbo è, ma che dire dei tanti-issimi giornalisti che fanno il calcio e non capiscono di che si tratta? Alla Ryder’s Cup del golf i due nobiluomini, Mancini e Gravina, si fanno i salamelecchi. Non è calcio, non è sport, è cialtroneria – se non è corruzione.   

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