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sabato 28 giugno 2025

Saffismo impavido e triste

Una fila lunghissima alle Poste, più di una. Di donne prevalentemente. Di chiacchiericcio di paese – quello di origine dell’autrice, Scauri, che un po’ fa capo a Formia un po’ a Roma. Di risentimenti, presentimenti, segreti, occultati, non inventati?, sospetti, e tipi come se ne incontrano ovunque, inerti se non sciocchi, comunque ripetitivi, saputi, dietro le pose, le apparenze. Per il delitto di Cogne riscritto al mare, tra vongole rubate. Valerio ci si è divertita a lungo – e l’editore pure, che pubblica il libro appena terminato di scrivere, maggio 2025 (lo componeva man mano?). Che dirne?
Valerio ne fa una storia saffica. Di pulsioni naturali, cioè spontanee, che vanno al di là di ogni ragionevole dubbio, o resistenza, più o meno culturale. Senza esclusione degli uomini – anzi con uomini al loro meglio, forti e intelligenti, o vissuti e sornioni, e sempre paterni. Per il resto, una tranche di vita di paese, quale probabilmente non è mai stata “rappresentata” – raccontata, fatta rivivere. Saporita, benché profusa. Del resto, la ripetizione è l’ossatura del linguaggio di paese. Di cui Valerio si diverte a fare la mimesi. Con risultati ottimi: il taglio linguistico delle “comari” è sempre appropriato. Uua  forma italiana che mantiene intatto il dialetto, sapore e costrutto: asintoticità, allusione, già detto (complicità), pause, accentazioni. Con un “ma”.
In un paio di punti l’autrice dice di rifarsi a “Harmony”. E ci riesce: la storia saffica, le storie saffiche di cui la narrazione è farcita, hanno le stesse “intensità”. Per lo più al passato, rimorso o rimpianto, oppure, se al presente, come rimembranze-rifacimenti di un passato eterno, immemoriale. Ma dopo varie professioni di comunismo, di odio contro Berlusconi, e di Mussolini - la scena saffica centrale, un bacio tra una cinquantenne, quasi, e una settantenne, ultra, con esplorazione  digitale delle parti intime risultata seccagna, s’infioretta di palazzo Grazioli (Berlusconi) e di palazzo Venezia, del “balcone” (Mussolini). Che ci azzeccano “Harmony” e Berlusconi col saffismo? “Harmony” perché ne è stata autrice – per 137 numeri come Josie Bell (“una ex attrice americana della fine degli anni Ottanta, di una manciata di film d’azione”), e “un’ottantina con lo pseudonimo di Amanda King”, Anna Paratore, che è la madre single di Giorgia Meloni? Non c’è saffismo, non si gode, se non c’è “fascismo”? Esercizio peraltro arduo nella scena madre anche a una vista a uncino, dato che palazzo Grazioli si posiziona un centinaio di metri indietro rispetto al “balcone”, allo stesso palazzo Venezia). È come se Valerio ci prendesse in giro – o peggio, se fa sul serio.  
Chiara Valerio,
La fila alle poste
, Sellerio, pp. 366, € 16

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