Cerca nel blog

mercoledì 25 giugno 2025

Il Presidente del giusto mezzo

“Siamo straordinariamente poco informati sull’uomo XI Jinping” è l’incipit del ritratto. È al potere da tredici anni ma “non ha mai concesso un’intervista”, e “non accetta neanche conferenze stampa”, neanche preordinate. Ma basta quello che si sa: “Nel novembre 2012 il XVIII Congresso del Partito comunista lo ha nominato Segretario generale”. Quindi Presidente, e Capo della Commissione militare. Cioè un capo comunista, stile sovietico, vecchia Urss.
Un capo allevato per questo. Quando nel 1997 provò a fare il salto fra la burocrazia di partito di provincia e Pechino, non fu eletto. Fu cooptato, era già, giovane trentenne, un vero “uomo di partito”: “C’erano 150 poltrone e il dirigente provinciale Xi si piazzò al 151mo posto”. Allora il Partito decise che “tutto sommato aveva bisogno di 151 membri” al Comitato Centrale, e Xi fu ripescato.
Insomma, era anche un predestinato. Si mormora che molto abbia giocato nella sua ascesa il secondo matrimonio, con la bela e più famosa cantante lirica della Cina, Peng Liyuan, soprano nel coro dell’Esercito, ma questo suona come un abbellimento gossip  per i media occidentali, il presidente è solido perché “bravo comunista” (il primo matrimonio durò pochi mesi: la sposa, Ke Lingling, figlia dell’ambasciatore cinese a Londra, se ne andò presto, stanca di un burocrate, per quanto di potere, “oscuro funzionario nella provincia dell’Hebei”.
Il principe è un burocrate? Quella cinese è però una burocrazia che ha fatto in tempo ad allenarsi al nuovo. Due anni dopo il fallimento del primo matrimonio, Xi Jinping fu mandato in America, con una delegazione, in viaggio di studio. Lui scelse una famiglia di allevatori nello Iowa, che lo ospitò per due settimane. L’esperienza viene sempre ricordata nelle biografie, e colorata di aneddoti. Questo nel 1985. Una trentina d’anni dopo la figlia che Xi ha avuto con Peng Liyuan, Xi Mingze, “ha studiato negli Stati Unti, laureandosi in psicologia a Harvard”.
Un burocrate sorridente. L’uomo del “giusto mezzo”. Si spiega così la sua “resilienza”, in un partito Comunista più violento di ogni altro nella storia del Novecento, e tuttavia sopravvissuto. La sua storia di tredici anni al potere è prodroma di un potere a vita.   
Guido Santevecchi,
Xi Jinping. Il principe rosso, pp. 63, gratuito col “Corriere della sera”

 

Nessun commento: