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mercoledì 10 ottobre 2007

Il sacrificio dei bambini a Rignano

È possibile che le mamme di Rignano stiano distruggendo i loro bambini per comparire in tv? È possibile. E terribile – non che le mamme possano averlo fatto, ma che sia possibile. Il loro caso ripete la serie tv del maresciallo Rocca, una delle cui ultime puntate verte proprio su una scuola elementare teatro di messe sataniche.
I giudici, si sa, non gliene frega molto: bambini sballottati tra ospedali e psicovirago, interrogatori con cuffie e microfonini, interrogatori lunghi due ore, di un bambino?, insomma il teatrino per la tv - tra gli accusatori troneggia Taormina e questo dice tutto. La materia naturalmente è scottante. E poi siamo stanchi delle storie di mafia, e di chi ammazza la fidanzata, nuove frontiere ci vogliono, noi pubblico della tv siamo esigenti.
Lo scandalo è anche che si faccia scandalo su come sia stato possibile, dopo averlo reso possibile, e anzi sollecitato e stimolato, se non inventato. Non c’era bisogno della Cassazione, sono semplicemente agghiaccianti i verbali degli interrogatori dei bambini, tra "streghe, statue e castelli neri". E "i giochi pelusciati"? Linguaggio di mamme, o di psicologhe? Chi sono queste psicologhe dell’infanzia che interrogano bambini di quattro e cinque anni per conto di giudici nell’ombra con cuffie e microfonini, per due ore. Roba da stroncare un bufalo. Senza nessuna scienza di quello che tutti sanno dei ricordi infantili… Ma, certo, la psicologia è proprio scienza da tv, a uso delle masse, nella giornata una ventina di programmi “fanno psicologia”.
Le mamme erano ben curate, di parrucchiere e di estetista, il 25 aprile, giorno della Liberazione, per commentare gli arresti delle maestre. Anche le pose erano vantaggiose, bontà dell’operatore, o tigna delle intervistate. Il piccolo mondo di provincia all’epoca della televisione. La divinità alla quale, come già un tempo, si tornano a sacrificare i figli, perché senza di essa nessun orgasmo e nessun sentimento è più possibile. L’associazione dei genitori, a distanza di due anni, prima della Cassazione si moltiplicava: tutti volevano andare in tv - ora vi si precipitano, sono le ultime occasioni. Ma la trasgressione, che si vuole lieve, è feroce. Riprendere i propri bambini facendoli mimare brutte cose si può ritenere mania veniale: non c’è violenza, e forse non c’è cattiveria. Non c’è neanche memoria, è evidente, in questi genitori.

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