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venerdì 25 aprile 2008

Il socialismo degli speculatori.II

“La Fed domenica ha assicurato l’intero magazzino mutui di Bear Stearns. Si tratta di capitalismo responsabile, non della fine del capitalismo come qualcuno vorrebbe interpretarla”, rassicurava Francesco Giavazzi sul “Corriere della sera” il 20 marzo. La critica era nientemeno al “Sole 24 Ore”, il quale invece correttamente sosteneva: “La liberalizzazione estrema, che è stata il credo degli ultimi vent’anni, ha fallito nel momento della verità” (Marco Onado). Le banche non fanno speculazione, non dovrebbero. E sono un bene pubblico, seppure gestito da privati a fini privati di lucro. In qualche modo vanno protette, ci sono per questo fondi di assicurazione e garanzia. Ma prima di Bear Stearns c’era stata la nazionalizzazione della Northern Rock, in Gran Bretagna, solo per la parte fallimentare, le parti buone restando agli azionisti. Come dire: "Arricchitevi!". Col plauso delle vestali della dirittura morale, “Economist” e “Financial Times”.
Quando Tremonti ha criticato il “nientismo” dei governatori centrali, e per essi di Draghi, la pretesa di sottovalutare l’origine e la portata della crisi, il “Financial Times” pronto ha bollato l’ex ministro di statalismo. Ma questa volta nessuno l’ha seguito. Anche perché ci sono, rispetto al primo “socialismo dei banchieri” di un mese fa, le nuove cifre di quanto esso costerà. Il conto delle perdite sarà di 120 e non di 80 miliardi di dollari, calcola il Fmi. L’Ubs è seriamente a rischio, con altre perdite, nel primo trimestre 2008, per dodici miliardi di euro. Altre banche europee hanno dovuto far affiorare perdite consistenti nel primo trimestre 2008: Rbs 5,8 miliardi di euro, Deutsche Bank 2,5, Hvb-Unicredit 0,7. Il Congresso Usa sta discutendo come il Tesoro possa garantire 300 miliardi di dollari di nuovi muti. Per la rinegoziazione dei mutui di famiglie in difficoltà, naturalmente. Ma anche per garantire il business mutui alle banche, il pagamento dei vecchi e l’accensione dei nuovi. La richiesta di nuovi mutui è in calo negli Usa del 14-15 per cento, 50 mila persone hanno già perduto il posto in questo da giugno del 2007.

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