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domenica 13 settembre 2009

Quando c'era la Cortina di ferro - 7

Con l’archivio generoso di “Repubblica” raccontiamo alcuni aspetti del ricchissimo 1989, venti anni fa, che i giornali, vuoti, non raccontano: il comunismo sovietico che finisce nel disonore
13 settembre


3 ottobre
UN FIUME UMANO DA TRE FRONTIERE
Negli ultimi giorni l' itinerario dei treni speciali passa direttamente dal confine tra le due Germanie. (Nelle settimane scorse) migliaia di profughi, partiti dalla Germania Est, hanno attraversato la Cecoslovacchia, l’Ungheria e oltrepassata la Cortina di ferro smantellata dal governo di Budapest hanno raggiunto l’Austria per terminare la loro fuga in Germania Ovest. Nuove direttrici di fuga (sono ora aperte) dopo le trattative di Genscher con le autorità di Berlino Est. Da sabato, le migliaia di profughi rifugiati nelle ambasciate di Bonn a Praga e Varsavia, sono riusciti a raggiungere in treno il territorio tedesco occidentale passando direttamente attraverso la frontiera tra le due Germanie.

4 ottobre
QUEL PEZZO D' EUROPA CHE CERCA L' OCCIDENTE, di Sandro Viola
BUDAPEST . Adesso o mai più. È un pensiero, un affanno del genere che ha impregnato e impregna la strabiliante evoluzione politica dell' Europa Centrale. Da una parte l’opposizione anticomunista; dall’altra quei comunisti che avevano deciso di salvare il salvabile d’un quarantennio di potere scendendo a patti con gli avversari, tutti hanno fatto lo stesso ragionamento. Muoversi adesso, cambiare il più in fretta possibile la forma di questi regimi. Prima che sia troppo tardi, prima che l’opportunità svanisca, prima cioè che Mikhail Gorbaciov esca di scena. Non fosse stato un pensiero del genere, l’incredibile accelerazione con cui Polonia e Ungheria hanno imboccato la strada del post-comunismo diverrebbe inspiegabile. Un anno fa, infatti, nulla o quasi era ancora successo. A Budapest c’era un fermento, a Varsavia una tensione profonda: ma i due regimi recalcitravano ancora, e come, dinanzi alla prospettiva di cedere il monopolio del potere. Adesso a Varsavia c' è un primo ministro cattolico, anticomunista sin nelle viscere, e Budapest si prepara ad avere sei o sette partiti anticomunisti in Parlamento.

GORBACIOV 'I CONFINI NON SI TOCCANO', di Ezio Mauro
“La fuga dall’Est preoccupa Mosca”
PARIGI - Vadim Zagladin, consigliere di Mikhail Gorbaciov per la politica estera, ha espresso a Parigi il suo sentimento di dolore per l’esodo massiccio dei rifugiati della Rdt anche se ha precisato di non trascurare la necessità di comprendere. Presiedendo una conferenza stampa di una delegazione sovietica in visita in Francia, Zagladin ha dichiarato di provare una certa paura davanti al rischio di una destabilizzazione dell'’Europa. Zagladin ha aggiunto che tutto il mondo sta cambiando , all’Est come a Ovest. Alle istanze di cambiamento ogni parte risponde alla sua maniera ma tutto il mondo cambia comunque. Ancora più chiaro un altro membro della delegazione, Nikolas Portugalov, specialista di questioni tedesche che ha espresso a sua volta preoccupazione per quanto accade in Rdt pur dicendosi convinto che si arriverà presto ad una soluzione di questa crisi. Presto o tardi ha detto Portugalov la perestrojka toccherà da una parte all’altra tutti i paesi dell’Europa dell’Est. E noi dobbiamo fare il possibile per evitare la destabilizzazione. Tenere le porte le finestre aperte per fare entrare il vento della Libertà è il solo modo di costruire la casa comune europea Compito della delegazione sovietica guidata da Zagladin è appunto quello di tenere conferenze ed incontri con la popolazione francese sul tema della perestrojka.
(continua)

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