Cerca nel blog

martedì 17 aprile 2012

Giustizia al Sud

Chiesa Matrice gremita, a Cinquefrondi, un paesino della Piana di Gioia Tauro, questa mattina alle 7 per la messa in suffragio di Luigi Napoli, il diciannovenne che ha ucciso un commerciante la vigilia di Pasqua a Delianuova, un paese remoto dell’Aspromonte, durante una rapina, e ne è rimasto ucciso. Così dicono le cronache. Chiesa sempre piena, e molti giovani in lacrime una settimana fa per il funerale, con lanci di rose in chiesa e applausi, e all’uscita dalla chiesa un nugolo di palloncini bianchi. Così dissero le cronache, non menzognere, eccetto che per la folla, che non c’era
A Delianuova la folla era invece vera per i funerali del commerciante ucciso: riempiva la chiesa, che è la più grande del Sud, e la piazza antistante. Lo stesso per il trigesimo ieri. E per giovedì si organizza una fiaccolata, a iniziativa del Comune con le associazioni civili del paese. Di questi eventi però non ci sono le cronache. La differenza di trattamento deriva dal fatto che le messe di Cinquefrondi sono sponsorizzate da don Pino De Masi, forte sacerdote che rappresenta nella Piana di Gioia Tauro Libera, l’iniziativa antimafia di don Ciotti.
Don De Masi, che ha procurato i palloncini e le colombe, intende evidentemente la sua missione nel senso della pacificazione, delle pecore tutte grigie. Ma si deve dire per questo che la chiesa è piena se invece è vuota? In polemica con don De Masi il parroco di Delianuova, don Bruno Cocolo, altro forte sacerdote della stessa diocesi, ha tenuto a precisare che si tratta “non di angeli ma di balordi”. Ci sono dunque due chiese anti-violenza, una cedevole l’altra intransigente.
C’è invece una sola giustizia laica. Intransigente. Che per la morte di Napoli indaga per omicidio colposo Michele Strano, il fratello del commerciante assassinato. Napoli ha sparato al commerciante dopo che il suo complice, Antonino Festa, lo aveva alleggerito del bottino. Alla rapina e alla sparatoria ha assistito la figlia del commerciante assassinato. L’ipotesi della Procura di Palmi è che il fratello, Michele, sia intervenuto dopo l'assassinio del fratello, abbia sottratto la pistola al Napoli, e gli abbia poi sparato. Per questo lo hanno "lungamente interrogato, per ventiquattro ore", riferiscono i giornali locali, spassionati.
Luigi Napoli e Antonino Festa, ventenne, figlio di carabiniere, in servizio a Palmi, erano stati arrestati pochi giorni prima della rapina per il furto di un’automobile. Rinchiusi a Palmi per poche ore, erano stati presto rilasciati. Ne rubarono un’altra subito dopo, per effettuare il colpo.

Nessun commento: