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giovedì 19 aprile 2012

Si dice Monti ma è Bazoli

È Monti la foglia di fico di Giovanni Bazoli? Roma non se lo chiede più, ma ci ride sopra: il Professore è sempre più nasale, nel ruolo di rappresentanza che gli riesce meglio poiché parla l’inglese. Incapace di prevenire o di correggere i tanti fatti compiuti – o incompiuti - a lui dannosi, all’immagine e al futuro del governo, a opera dei ministri bancari. I quali sono i soli esistenti, il resto del governo non c’è: Severino, Profumo, Gnudi, e i prefetti e direttori generali. O in altre parole: è da Bazoli che Monti deve guardarsi, più che dall’ABC, il banchiere bresciano che è il dominus di Milano – morto Cuccia, liquidato Geronzi, conquistato senza spendere il “Corriere della sera”.
Sul fronte del non fare si distingue Piero Giarda. La revisione della spesa pubblica di cui si è preso la competenza, pomposamente chiamandola spending review, la vera riforma in grado di allentare la morsa del debito, è ancora da avviare. Giarda, il banchiere senza banca, è da tempo famoso per l’inerzia su cui sa affaccendarsi. Mentre sul fronte del fare ci sono solo loro, i due messi di Banca Intesa, Passera e Fornero - nonché Vittorio Grilli, milanese integrale, bravissimo a tassare il resto d’Italia.
Le “ideone” di Passera che mancano faranno storia come i “bamboccioni” di Padoa Schioppa? È possibile, non sono una gaffe: Passera mostra di sapere che verrà rimproverato soprattutto a lui di non avere né ideone né ideuzze sulla ripresa dell’economia. Ma è alla ricerca di visibilità, e anche gli spropositi gli fanno gioco. Dichiaratamente. Ha imposto l’obbligo del conto corrente a tutti gli italiani, e del passaggio in banca di ogni transazione. E punta a distruggere Berlusconi via frequenze televisive, escludendolo dalle nuove.
Fornero sembra avere il compito di mettere Monti in imbarazzo continuamente e senza motivo. Prima della “riforma” del lavoro, durante, e dopo, ora che è al Parlamento.
A Monti il compito del quaresimalista, quello che ci agita l’inferno davanti. Sempre più stancamente. Non ha nessun potere sui ministri di Bazoli.

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