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mercoledì 21 settembre 2016

Ombre - 334


“No all’Olimpiade, è da irresponsabili”. Annuncia il no Virginia Raggi, sindaca di Roma, dopo lunga attesa, come usavano una volta le donne, e sorride contenta di se stessa ai flash e alle telecamere. È contenta, si congratula, chi lo avrebbe detto, dire di no all’Olimpiade, non ne ingranava una e ora siede in Campidoglio.

Il consiglio comunale si convoca di martedì a Roma, per l’agio dei consiglieri, un po’ tardi. Ma stavolta ci sono tutti, si aspettano  nuovi assessori. Inno di Mameli. Un minuto di silenzio per un operaio morto sul lavoro. Un minuto per Ciampi. E la seduta si sospende: manca la sindaca Raggi, le cui comunicazioni sono all’ordine del giorno.

Quando la sindaca arriva il consiglio si riconvoca. Ma lei non dice nulla: “Stiamo cercando due assessori e li indicheremo nel più breve tempo possibile”. Non di più, e si immerge nell’iphone. Una consigliere d’opposizione la critica: “Non si governa via facebook”. Proprio mentre su facebook, nella sua bacheca, emerge un messaggio di Raggi.

Il consiglio comunale di Roma  discute delle dimissioni dell’assessore Minenna. E del suo successore De Dominicis dimissionato dalla sindaca Raggi tre giorni dopo averlo nominato. Lei non solleva la testa dall’iphone. Risponde per lei il presidente del consiglio De Vito.

Poteva mancare Palermo ai funerali di Ciampi? Subito i suoi giudici in prima fila fanno i titoli con un Ciampi convinto dello Stato-Mafia. Cioè, non propriamente: convinto che Riina tentasse un colpo di Stato, contro il suo governo. I giudici palermitani sono molto solerti, che (non) combattono la mafia grazie allo Stato-Mafia ormai da una ventina d’anni.

Riccado Iacona monta una meritoria “Presa diretta” sul miserevole stato della ricerca scientifica in Italia. Ma è solo un buttare le reti: il conduttore ha in mente solo un affondo contro Human Technopole,  il progetto del governo, che ne ha affidato il coordinamento all’Iit. A tutti consente di lamentare a profusione lo stato dell’arte. Ma alla fine, quando non può non far parare il direttore del’Iit, lo fa inquadrare imbruttito e lo interrompe.
È sempre Telekabul? Che non c’entra col comunismo, a questo punto, ma sì con la faziosità: il patrocinio mascherato di una posizione contro le altre. Perché mascherato, Zorro l’avrebbe fatto?

“Giovani occupati e più viaggi in metro, ecco come Milano supera Roma”: quasi commovete Sergio Rizzo sul “Corriere della sera” rimacina il peana a Milano, la vera capitale . Non solo, scopre addirittura che Milano è più ricca.
L’inconveniente è che Milano non ama i terroni, comunque  servizievoli, e solo si cura dei soldi, non delle capitali.

Buzzi? “Un dalemiano”. Finisce nello scurrile il processo di Pignatone per Mafia CapitaleL l’ex arcipotente dell’ex Pci Bettini non ha riguardi a dire la verità.
Certo, si potrebbe elevare a mafia il sottobosco politico. Ma allora anche le Procure.

Così per caso, commemorando Ciampi, Giuliano Amato dà un versione interamente diversa della fallimento della lira nel 1992, che ha avviato la crisi dell’Italia: la salutazione fu imposta dalla Bundesbank e non da Soros. In questi venticinque ani non ha avuto tempo per dirlo? E Ciampi?
Bisognerebbe imporre ai governanti di dire tutto subito, non possono mica fare come i pentiti, che parlano a babbo morto.

La Germania non solo ha sottoscritto il raddoppio del gasdotto con la Russia, ma ne ha avviato al costruzione, coinvolgendo per il passaggio della condotta la Finlandia, la Svezia e la Danimarca. Nel mentre che impegna la Ue alle sanzioni economiche contro la stessa Russia.

Le carceri libiche sono piene di africani emigranti clandestini verso l’Italia. In attesa di riscatto da parte dei familiari. Privati dei passaporti. Da parte di guardie che lavorano con gli scafisti. Se ne parla solo ora, solo su “Sette”. Solo grazie alle foto di Narciso Contreras, messicano, incaricato di documentare il business dalla fondazione Carmignac, che Édouard Carmignac, il titolare di Carmignac Gestion, ha creato nel 1989 a Porquerolles.
Tanti inviati per nulla? La Libia è così remota, che in Italia ne sappiamo così poco?

Valentino Talluto, trent’anni, sieropositivo, figlio di madre morta di Aids, ha avuto rapporti con centinaia di donne dal 2007, da quando l’ha saputo, infettandone “una trentina”, dice il giudice che lo vuole processare. Un centinaio nell’ultimo anno “di attività”, dice il giudice, “di venti e quarant’anni, studentesse e madri di famiglia”, non prostitute. È così facile? O bisogna essere malati?

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