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domenica 18 settembre 2016

Merkel è il problema, non la soluzione

Troppo poco troppo tardi<. la sua divisa, funzionale alla sua propria centralità in Gerrmania, Angea Merkel ha imposto da dieci anni all’Europa degli imbelli Sarkozy e Hollande, dei Napolitano-Monti. E continua a imporla. Con briglie strette ai corrispondenti e inviati italiani, francesi e spagnoli a Berlino, marcati a vista, mesmerizzati forse – Merkel è molto criticata in patria, mentre è unanime l’osanna fuori. L’esito è quello che questo sito, e ogni altra opinione appena appena non pregiudicata sullo stato delle cose, non poteva non rilevare sette anni fa, sei anni fa, cinque anni fa, quattro, tre, due: che il resto del mondo s’è ripreso dopo la crisi, e galoppa. E più gli Usa, che peggio l’hanno sofferta, e più o meno allo stesso modo dell’Europa. Mentre l’Europa annaspa.
Da Berlino vengono peraltro continuamente lezioni e non mea culpa. E quindi non è un errore questa conduzione dell’Europa, ma una strategia. Che minimizza e ridicolizza ogni lettura svincolata del fatto. Potendo contare su uno stato di soggezione in pratica unanime.
Il vertice di Bratislava, che doveva segnare il rilancio dell’Europa dopo il rifiuto britannico, è finito nel ridicolo, ognuno lo vede. Manfred Weber, il capo dei Popolari europei, “voce ufficiosa di Angela Merkel”, sostiene sul “Corriere della sera” che il vertice “ha compiuto passi importanti. Per esempio…. con aiuti e freschi finanziamenti alla Bulgaria”. Lo “spirito di Bratislava” di Angela Merkel come una goliardata, una presa per i fondelli?
Forse è che non sono cattivi. Ma nessuno dice che l’imperatore è nudo: il peggio dell’Europa, perfino di Manfred Weber, è l’opinione.

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