Cerca nel blog

venerdì 24 maggio 2019

La Buenos Aires di Borges

6“Il tango, soprattutto la milonga, è un simbolo di felicità”. Una felicità che per Borges è durata tutta la vita. Una “Storia del tango” aveva già in “Evaristo Carriego”. Oltre a vari poemi su tanto e milonga. Qui sono raccolte quattro conferenze del 1965, a Buenos Aires, che però sono un omaggio principalmente alla città di fine Ottocento, che Borges non conobbe ma immagina e crea continuamente, qui e altrove. Per un proposito di argentinismo, o meglio di criollismo, di immedesimazione patriottica, maturato nel giovane Borges, spiega Tommaso Scarano, che ne cura l’edizione italiana, al ritorno dai viaggi di studio in Europa: “di un nazionalismo «popolare», autentico e ordinario”. E l’A rgentina nel mondo è, dice a un certo punto, “gaucho” e “tango”.
Conversazioni, qual Borges prediligeva e nelle quali eccelle, inesauribili, variegate. Racconti di racconti, di aneddoti, personaggi, luoghi e frasi famose. Sempre col gusto aneddotico, che allevia le digressioni. In cui si parla anche del tango. Ma per porre problemi più che soluzioni. Ha a che fare col gaucho? Improbabile, più col compadrito, guappo di città. Mafiosetto di città, dal coltello facile, per provare la sua superiorità. E sicuramente coi bordelli. Non è il popolo che inventa il tango, che anzi rifiuta. Poi i teppistelli lo portarono a Parigi, che lo adottò, e lo impose agli argentini – lo stesso Gardel era un Charles Gardet, di Tolosa. La parola resta misteriosa: suona africana, tango, ma non c’erano più negri in città a fine Ottocento.
La Buenos Aires d’antan su cui Borges più volentieri divaga è per lo più immaginaria, ma consistente. Nel quartiere genovese della Boca il tango si immalinconisce. Dopo essere stato criollo e rissoso.
Due lunghi poemi coronano le conferenze,  “El tango” e “Milonga de Jacinto Chiclana”. Che Piazolla ha musicato in occasione della pubblicazione delle conferenze in volume nel nel 2016, per i trentanni della morte di Borges – ma la musica di Piazzolla Borges non amava, lui era per il tango tradizionale.
Jorge Luis Borges, Il tango, Adelphi, pp. 170 € 14

Nessun commento: