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domenica 21 agosto 2022

Quando Draghi affossò l’Italia

Resta confinata  a una lettera al direttore oggi sul “Corriere della sera” la verità della crisi del debito che dieci anni fa minacciò l’Italia, e da allora l’attanaglia – lo spread Btp sul Bund tedesco era quindici anni fa attorno ai 30-40 punti, è salito nel 2012 a 550, è ora sui 200-250, grossa differenza di costo, incolmabile.

In polemica con Cottarelli, l’uomo di tutte le provvidenze, l’allora ministro del Tesoro Tremonti scrive, en passant, che la famosa lettera di richiamo della Bce del 5 agosto 2011, Ferragosto di fuoco, dei presidenti Trichet e Draghi, presidente uscente e presidente entrante, contraddiceva “volgarmente i giudizi appena espressi dal Consiglio europeo” sui bilanci italiani, e chiedeva brutale, all’istante: “due modifiche della costituzione, una riforma pensionistica (che la Francia dieci anno dopo stenta a fare, n.d.r.), una riforma dello Statuto dei lavoratori, e tra l’altro l’anticipo del pareggio di bilancio”, previsto dal governo italiano per il 2014 e in questa scadenza appena elogiato dallo steso Draghi in qualità di governatore della Banca d’Italia, nove settimane prima, a fine maggio dello stesso 2011.

Cosa non si fa per una poltrona? A quali condizioni Draghi è diventato all’improvviso presidente della Bce – le “carriere estemporanee” che Tremonti maligno sottolinea? Mentre il governo tedesco, si può aggiungere, lasciava cadere il suo candidato, e candidato unico, il presidente della Bundesbank Axel Weber.

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