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sabato 14 maggio 2011

Meglio Osama di Madison Avenue

Mancano solo il furto delle offerte, e le percosse alla moglie, anzi alle mogli: la propaganda americana sulla morte di Bin Laden va avanti grottescamente inefficiente e perfino autolesionista. Osama rischia di essere miglior pubblicitario di se stesso anche in morte, confrontato alla serie ormai lunga, uno al giorno, di sciocchi spot con cui gli Stati Uniti celebrano la sua fine: materiale pedopornografico nei computer, i pizzini, la controfigura invecchiata, il televisore d’epoca…
Da un lato la campagna è incoraggiante: Osama viene ridotto a un Provenzano poligamo, quale Provenzano era, solo, malato, bigotto, squallido. Questo vuole dire che la mafia, almeno negli Usa, non ha eroi. Ma non è eccitante, e anzi è deprimente: esibisce ogni giorno un singolare degrado della capacità americana di fare opinione, a fronte del tremendo impatto sull’immaginazione dell’11 settembre.Una campagna che non mobilita ma, al contrario, ha disinnescato, con un calo verticale d’interesse, l’assalto finale e l’eliminazione di Osama. Senza offuscarne il fascino diabolico dell’11 settembre.
Madison Avenue con i “persuasori occulti” di Vance Packard sono stati per oltre mezzo secolo il segno della supremazia occidentale e americana, più dei missili a testata mutipla. Madison Avenue è la strada di New York che ospitava le maggiori agenzie di pubblicità, che elaboravano riti e misteri in un’immagine continuamente rinnovata e consistentemente consolidata, dalla coca-Cola al Biafra e alla fame nel mondo, e “facevano” l’Occidente, gli davano strategie e valori. Dustin Hofmann e De Niro ne hanno fatto la parodia ancora nel 1998, nel film “Sesso e potere”, ma già in un film da ridere.

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