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mercoledì 22 febbraio 2012

“Il Gattopardo” ridotto a Proust

Una raccolta per feticisti del “Gattopardo”. Un “racconto di un romanzo”, uno dei cinque che lo compongono, è una glossa alle glosse di lettura, in margine al “Gattopardo”, di Soldati, che doveva farne il film e ci rinunciò, confondendo a ogni passo Lampedusa con Proust – o Proust è gattopardesco? questa sarebbe pista migliore. Lampedusa Proust è la pista principale – ma è proprio inedita? – anche degli altri “racconti di racconti” del libro. Un Lampedusa che narra (invoca) proustianamente la morte: “«Il Gattopardo» è un romanzo di disperazione, rabbiosa alla fine”. Lampedusa Proust piace a Nigro, che lo rintraccia anche in Edmund White, e in un accenno di Edward Said – quanto gli basta per irridere le ascendenze dickensiane, anzi pickwickiane, indicate dalla vedova. Un’emerneutica soverchiata dalla retorica, di cui Nigro è maestro. Un sicilianista attorcigliarsi non dei più virtuosi: molto Nigro, forse, poco o punto Salina-Lampedusa, il romanzo, i racconti.
Più che fulvo, come un leone?, il principe Salina è qui un Ercole, l’Ercole Farnese che è uno dei “racconti del romanzo”: un Mostro come il suo autore Lampedusa. È il “racconto di un racconto” iniziale, del Lampedusa Mostro fascistissimo e sbertucciante, specie nei confronti dei cugini Piccolo, divertente anche, poiché, sfaticato, senza risorse, vive la migliore Europa a spese dei parenti, ma già raccontato sei anni fa dallo stesso Nigro e da Gioacchino Lanza Tomasi nella raccolta di lettere “Viaggio in Europa”.
Il libro si chiude malinconicamente con la chiusura di Soldati nei confronti della Sicilia e dello stesso “Gattopardo” (quando non è Proust), non censurata e anzi condivisa. A causa di uno squallido produttore di assegni a vuoto, Felice Zappulla di Catania, ingegnoso certo ma siciliano, quindi inevitabilmente mafioso, che faceva fare i film a Soldati e a molti altri a credito. Ed è invece un vero personaggio gattopardesco.
Salvatore Silvano Nigro, Il principe fulvo, Sellerio, pp. 153 € 13

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