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lunedì 20 febbraio 2012

La Monteide del conformismo

La “Monteide” più che una vicenda di tasse è una di conformismo. Che la Rai, che fa il nostro linguaggio – il raiume è imbattibile – ha subito codificato, e con essa ci opprime a ogni ora del giorno. Con l’assurdo populismo dei conti correnti gratuiti, pur sapendo che le banche non possono accenderli - il conto glielo paga il governo?
Monti è soprattutto di vertice. Una sua telefonata è un vertice telefonico. Se convoca Passera a palazzo Chigi è per un vertice – non convoca mai Fornero: ci sarà un motivo? Tiene vertici anche con Alfano, Bersani e Casini – ABC, come le batterie dell’artiglieria. Figurarsi quando va in giro per l’Europa. Ha tenuto un vertice perfino con il presidente dell’Ocse, che nessuno sa chi sia e cosa faccia.
Monti è un premier. Con soddisfazione gli inviati e i corrispondenti a Bruxelles, Parigi, Londra, New York ne parlano come di un premier che arriva con la decisione pronta. Mentre è un capo del governo come i suoi predecessori, un presidente del consiglio che non può decidere nulla, nemmeno dimissionare un ministro, anzi nemmeno sconfessarlo.
Monti può dire impunemente tutto, e sempre elogiato. Per esempio che paga gli arretrati ai creditori dello Stato con i proventi della caccia all’evasione fiscale. Come se la Guardia di Finanza, andando a caccia di scontrini, ogni sera incassasse qualcosa – i maggiori incassi sono fermi ai “proventi” dello scudo fiscale, roba di otto mesi fa. Per non dire degli incredibili conti bancari obbligatori e gratuiti a chi ha un reddito fino a 4.500 euro. L’anno. Cioè 350 euro al mese. Neppure il cinismo è sanzionato.

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