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giovedì 16 febbraio 2012

Monti, lecchinaggio e brutte notizie

Osanna di “Repubblica” a Passera e Monti per il disegno di portare la Rai sotto il controllo del governo. Una “riforma”, dice il giornale giubilante. Ma non è una controriforma?
Si celebra l’incremento delle entrate fiscali nel 2011 come se fosse una novità, se non l’avvento dell’arcangelo Monti. Mentre è (purtroppo) un effetto dello scudo fiscale: è così che con un’economia stagnante, e redditi in calo, da lavoro o da ricchezza, le entrate fiscali sono aumentate negli ultimi due anni, nel 2011 dell’1,5 per cento – l’incremento è stato semmai maggiore prima di Monti, dell’1,6 per cento nei primi nove mesi del 2011.
“La notizia del mancato sviluppo non ci porta a prevedere un’ulteriore azione sul debito nel senso del consolidamento”. Monti può illustrare così a Strasburgo, con una triplice negazione, la notizia del “mancato sviluppo”, cioè la rilevazione Istat della recessione. Mostrandosi peraltro disturbato dalla “notizia”: possibile che solo lui, un economista, non sapesse della recessione, e aspettasse l’Istat? “Un’ulteriore azione sul debito nel senso del consolidamento” vuol dire altre tasse, il consolidamento del debito pubblico sulle famiglie.
Ci sono da un paio di mesi centomila disoccupati in più ogni mese, ma non se ne parla. C’è un’aria malsana attorno al governo Monti, di trionfalismo attorno alla sfiducia e all’ansia che il professore alimenta, e alle sue disattenzioni. Con quegli omaggi alla “stupidità” germanica ribaditi ogni paio di giorni, a Parigi, a Bruxelles, a Washington, a Strasburgo, a Roma, che ci porterà allo sfacelo, e lui meglio di ogni altro lo sa: la recessione, con centinaia di migliaia di posti di lavoro da tagliare, il no all’Olimpiade, la sofferenza innecessaria di diecine di milioni di pensionati e pensionandi. Senza mai un cenno alla “cupola” finanziaria che governa l’Italia e il mondo, con la leva tedesca. Senza mai un cenno di riflessione nei giornali, nemmeno una battuta di satirista, per non dire una critica.

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