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domenica 12 febbraio 2012

Il progressista è reazionario, con passione

Il reazionario appassionato: una nuova categoria, che abbraccia la contemporaneità, è elaborata da Francesco Piccolo oggi su “La lettura”, il supplemento domenicale del “Corriere della sera”:
http://lettura.corriere.it/debates/la-sinistra-e-come-mia-zia/
Da uno scrittore e non da un sociologo, della politica o della cultura, e in breve, in un articolo di giornale e non in un trattato, ma l’ipotesi è perfettamente delineata, anche inequivocabile, e ha tutta l’aria di cogliere e condensare l’epoca storica. Viviamo all’epoca della sinistra che si vuole reazionaria, e alla reazione si appassiona – cosa che un reazionario classico non farebbe, che è essenzialmente un cinico. Il nuovo fronte della reazione con passione Piccolo chiama “ceto medio riflessivo”, ma quella è: la società civile, o (ex) sinistra.
Lo scrittore ci arriva con semplicità. Guardando il film “The Artist”, sul fantasma del cinema muto che per protesta – per difendersi-ci – si fa film muto. E allargando il fuoco sui comportamenti oggi e le riflessioni del “ceto medio riflessivo”, i flautisti appunto del buon tempo antico. Un’operazione facile, in tanti da tempo se lo dicono, ma Piccolo coglie il fatto “nuovo”: c’è passione emotiva e commozione in questo ritorno, che esaurisce ogni impegno.
È vero. Il reazionario è sempre stato un tipo arido. Ora è progressista e si vuole appassionato. Ma questo avviene nella decadenza - Santo Mazzarino lo ha censito dell’antichità classica: quanta nostalgia nella decadenza!

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