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lunedì 10 settembre 2012

L’asse inclinato con Parigi, o lo spogliarello tedesco

La Francia dopo l’Italia, dice George Soros nel saggio “The Tragedy of the European Union and How to Resolve It” sulla “New York Review of Books” - che “Lettura” ha anticipato ieri, col titolo “Ultimatum a Berlino”. Completato a fine luglio e confermato dagli eventi successivi, specifica Soros in una nota. La Francia beneficia della tripla A tedesca, ma non ha nessuna ragione propria per avere una valutazione del proprio debito pubblico e della propria economia migliori di quelle che affardellano l’Italia. Non ci vorrà molto, aggiunge Soros, perché la Germania si liberi di questa zavorra. In un gioco al massacro, peraltro, che vedrà tutti gli europei perdenti.
Un domino inevitabile. La Germania si è intrappolata in un assurdo revanscismo antieuropeo, come se l’Europa fosse lì per derubarla e non l’avesse fatta invece e la faccia ricca. O meglio, poiché non è un gioco aggressivo ma l’esito di un’incapacità, più che un domino uno spogliarello, che lascia scoperte nudità non esilaranti: disoccupazione e povertà.
L’unica ragione che Soros trova alla crisi europea è il vantaggio comparato che la Germania ne trae, a spese dei partner-concorrenti nell’eurozona. Che però non potrà essere a tempo indefinito. Fino a ieri “la rottura dell’euro era impensabile. Le attività e le passività denominate nella moneta comune erano talmente compenetrate che una rottura avrebbe portato a un collasso incontrollato”. Ora è già diverso: “Con l’avanzare della crisi il sistema finanziario si è progressivamente riorientato su base nazionale. Se la tendenza continua, la disgregazione dell’euro sarà possibile”. Senza un collasso totale, ma la disgregazione lascerà alle banche centrali dei Paesi creditori pagamenti difficilmente esigibili dalle banche centrali dei Paesi indebitati. Un credito, si può dire, da famoso debito egiziano, che si ristruttura da quasi un secolo.
La Germania, cioè, non può pensare di veleggiare impune nel mentre che impone al resto dell’Europa politiche deflazionistiche e anzi recessive. Queste sono sciocchezze da vecchio nazionalismo. Da cui la Germania è sicuramente vaccinata ma non, a quel che sembra, i suoi governanti, bavaresi o sassoni.

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