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lunedì 28 ottobre 2013

Il papa degli atei

Avremo presto il papa in una loggia massonica? Dopo che è sceso dalla papamobile per abbracciare il riluttante Marino, il Grande Fratello sindaco di Roma, sarebbe anche giusto che lo invitassero.
Non si sa più cosa il papa debba escogitare per farsi benvolere.  Di tutto, purché fare il papa. Accattoli immaginava ieri su “Lettura” che anche il papa argentino “rimetta il mandato, come quello tedesco”, e l’ipotesi non è tanto per ridere.
Insedia il nuovo segretario di Stato (il 15 ottobre) in absentia, essendo lo stesso ammalato con poche possibilità di ripresa. Per non saper cacciare il vecchio segretario di Stato? Quello contro cui la sua pupilla Francesca Immacolata Chaouqui aveva lanciato velenosissime accuse. No, perché non gliene frega nulla dello Stato del Vaticano, come ha confidato al gentile Scalfari. E sarà un atto rivoluzionario, rinunciare al simbolo di uno Stato, ma confidare in Francesca Immacolata?
Un papa che fa atti inconsulti alle udienze pubbliche, per andare sui giornali. E moltiplica le stesse udienze pubbliche – gli piacciono i “bagni di folla”. Che scrive come un forsennato su tweet. E telefona non richiesto a questo e quello, sempre per la sorpresa. Gli manca che faccia cucù, alla Berlusconi – cioè, l’ha già fatto. Scalfari spiega benevolo a Fazio che “queste sono gestualità, usare scarpe vecchie, stare a Santa Marta”. Ma c’è altro? A parte che siamo per i poveri e contro le guerre? Sembra un papa che si camuffa, qualche volta da papa.
Ha fatto prima sorridere il papa che dialoga con gli atei. Cioè con gli anticlericali. Anche se non era solo, il co-papa Ratzinger ha avuto pure lui questa tentazione. Ma di fronte alla persistenza, e anzi al privilegio che assicura agli atei rispetto ai credenti, ai quali si limita a imporre le mani, c’è da chiedersi chi è questo papa? Fisso su un dialogo che non interessa a nessuno e forse dà fastidio, anche se dà la famosa visibilità. Lo stesso Scafari se ne mostra infastidito, benché riconoscente per il lustro che ne ha ricevuto.
A sei mesi dall’insediamento il papa argentino ha al suo attivo giusto un’enciclica, scritta peraltro già da papa Ratzinger, indirizzata agli atei, appunto. E una nutrita corrispondenza con alcuni ateisti professi – Scalfari è il più onesto e famoso, ma non è il solo.

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