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mercoledì 30 ottobre 2013

La stupidità, di Musil

“Se la stupidità non somigliasse tanto al progresso, al talento, alla speranza e al miglioramento che a malapena possiamo distinguerla, nessuno vorrebbe essere stupido”. Musil esordisce ricordando quanto scriveva nel 1931, una freddura. Ora siamo nella primavera del 1937, c’è Hitler in Germania, Musil ha già dovuto lasciare Berlino per Vienna subito nel 1933, l’Austria è ancora libera. Dovrà riemigrare l’anno dopo, dopo l’Anschluss, avendo moglie ebrea, e alla Federazione Austriaca del Lavoro, che si diletta dell’argomento per una serie di conferenze, ne fa un ghirigoro. Parlare della stupidità, si schermisce, “può essere interpretato come presunzione, arroganza”, etc.

La conferenza si è trasformata in un saggio apprezzato di Musil in Italia – non in lingua tedesca: oltre a queste tre edizioni, ne ha avute almeno cinque, “Carte segrete” nel 1967, Einaudi, Shakespeare & Company, Archinto, Oscar Mondadori – da cui prendiamo le traduzioni, di Andrea Casalegno, le più scorrevoli. Ma, concettosa, è singolarmente vuota.
Il tema sarebbe invece fertile. Da Jean Paul in poi. Kant aggiungerà: “La stupidità è frutto di un cuore maligno”. “Ciò non è vero”, obietterà Hannah Arendt, “la malvagità nasce dalla mancanza di pensiero”. Che non è stupidità, “può riscontrarsi in persone di grande intelligenza”. Quanto alla stupidità amorosa, è inattaccabile, dice Barthes. È la  più trita, ma è anche un’urgenza, un desiderio, una carne: “La stupidità è l’essere superiori. L’innamorato lo è continuamente”, e se ne fa una ragione: “È stupido – dice -  e tuttavia è vero.
O non sarà la condizione umana, tra stupore e stolidità? Da cui cerchiamo di uscire, anche con la stupidità propriamente intesa. La sua negazione è una delle grandi colpe della contemporaneità: ha reso la vita – già gaudiosa – impossibile agli stupidi. La stupidità si vendica contagiando gli abolizionisti: psicologi, analisti, anime buone.
Robert Musil, Sulla stupidità, Se, pp. 79 € 12
La Vita Felice, pp. € 105 € 9,50
Free online, nella traduzione di Antonello Sciacchitano

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