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martedì 7 gennaio 2014

Finisce con Monti l’Italia dei borghi

“Addio monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che l’aspetto de’ suoi familiari; torrenti, de’ quali si distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!  Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza”. Non grande prosa, ma è Manzoni, il cap. VIII.
Gennaio è mite a Roma. Dopo l’ennesima manifestazione oceanica, Grillo sale a San Giovanni sul palco, si toglie la maschera, e dice infine una cosa:
“Sarà presto finita l’Italia dei borghi, del risparmio, dell’operosità. È la fine dell’Italia che Monti ha decretato, che era rinata prospera nella modernità senza abbandonare le arti e i mestieri, il territorio, le vecchie case sulle creste, i colli, i cretti, facendone anzi tesoro. L’insolente e non molto brillante banchiere milanese insieme con Befera & Co. Una burocrazia fiscale tanto arcigna quanto stolida, orrida metastasi di quello che fu il corpo migliore dello Stato.
“Si è decretata la fine dell’Italia contro la più semplice delle logiche: non è possibile ammazzare la gallina per fare le uova. Troncando una pluridecennale discussione sulla convenienza, oltre che sul merito, di tassare la casa. La casa è cespite facile di introiti, più dell’automobile, e dunque giù mazzate: Imu, Tasi, Tares, Irpef, addizionali, Imposta sui servizi indivisibili, e la tassa sulle tasse per i consumi domestici irrinunciabili. Chi non ha intelligenza, nonché fantasia, va per frasi fatte, e parola d’ordine irresistibile.
“La tassa sulle tasse, nella patria del diritto, altro fronte sarebbe da aprire. Licenziando perlomeno i soloni della Corte Costituzionale che ogni scempio tollerano. Se non chiedendo loro restituzione e danni per le immonde rendite di cui gratificano.Partendo dalla revisione dei loro titoli: saranno perlomeno laureati? Ritardati, se non sono filibustieri. Che ora sanciscono, dopo la retroattività delle legge penale, anche quella delle leggi fiscali: un obbrobrio impensabile se i marpioni non fossero lì, in toga, con l’autista e l’auto blu, e l’agente di scorta, per la bella figura coi vicini di casa, al centro del potere, davanti al Quirinale, ad avallare ogni abuso.  
“L’Italia laboriosa, sparagnina, stabile malgrado la mobilità, che si è fatta bella e ricca, non ci sarà più. Perché non c’è più da risparmiare, lo Stato ci ha preso tutto e ora bisogna intaccare la rendita. E se anche fosse possibile risparmiare non si può in azioni e obbligazioni, è passare i risparmi alle banche e le assicurazioni. Si dice, i Befera dicono, che l’Italia deve rinnovarsi, seguire il modello Usa, ma provatevi a fare una rendita in Italia per i figli a diciott’anni, raccoglierete pochi spicci. La gestione italiana delle indennità di liquidazione in questi dodici anni avrebbe condotto negli Usa tutti i gestori in carcere, all’ergastolo. È tutta qui la scienza delle finanze residua di Befera & Co.. Di una tale bestialità che sarebbe difficile perfino immaginarla, se non fosse la realtà dell’Italia”.
“Finisce con ciò anche la famiglia. Tre quarti di essa: il patrimonio, l’eredità, la cura dei figli. Di cui i presti, si scopre, sono i peggiori nemici. Ma di ciò non ci lamenteremo.
“L’Italia ha un debito esagerato. Che però non si riduce, malgrado i tagli da dieci anni in qua, ogni anno, alla spesa virtuosa, per la sanità, la scuola, la ricerca, gli investimenti. Il debito anzi aumenta, ogni anno di cifre iperboliche. La corruzione è incontrollabile. Lo Stato è inetto o malvagio, politici, burocrati, giudici, forze dell’ordine. L’evasione fiscale al 90 per cento è dell’Iva, ma non si può non praticarla. Perché pagare una tassa esorbitante, il 22 per cento, per un incidente o un danno che si è subito e bisogna fronteggiare con grosse spese, all’automobile, lo scarico, la conduttura elettrica, la finestra, la porta, la caldaia, la tegola. Manterremo, forse, la seconda casa al mare, ma anche quella, con quanto si paga ogni anno di tasse, possiamo sostituirla con una bella vacanza tutto compreso alle Seycheles”.
Cioè, questo è il discorso che Grillo non fece, la manifestazione oceanica l’aveva convocata per impicciare Napolitano, lacchè dei monopoli – lui Grillo, lacchè furbo.

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