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lunedì 6 febbraio 2017

Il Sessantotto postmoderno in anticipo

È l’ultimo anno dei quattro di impero del quattordicenne imperatore. Il giovane avventurista romano, l’imperatore-compagno, s’immagina di smobilitare il Potere dell’interno. Ma non fa che una storiaccia, di breve durata. Tra Jarry e Artaud – e Elio Lampridio. In un week-end al mare con delitto. A Ostia – il viaggio a Ostia è nella “Messalina” di Jarry. Vittima di quattro mamme “anni Trenta”, dentro una famigliaccia piena di debiti.
L’imperatore diciottenne è ancora l’“anarchico incoronato” di Artaud. Con ampi estratti dalla “Vita di Eliogabalo” dell’umanista Elio Lampridio. Molti elenchi. Epitaffi in serie – la posterità. E “il magazzinaggio rivoluzionario”, insieme col “mansionario del pluralismo”: progetti, propositi, slogan, frasi famose e modi dire dell’anno fatidico. Un desiderio – dell’autore – di essere nel mezzo, e la riserva del reazionario costante – “come andrà a finire?”
Una “commediaccia pop” la vuole Arbasino. Composto – “composto”, non scritto – nel 1968 e pubblicato nel 1969, è anche il libro di note che l’autore allora vagheggiava, sulla traccia di Gadda (al quale però piaceva narrare). Una sorta di postmoderno prima dell’avvento del postmoderno. Con l’ironia di sempre - la cifra di Arbasino - e cioè con la critica del postmoderno stesso.
È una lettura che si riproporrà per le celebrazioni del Sessantotto, di cui la “commediaccia” si vuole epitome. Che la prima riedizione, dieci anni dopo il 1969, così compendia, in lingua arbasiniana – attribuendo, per un refuso?, l’invenzione del ’68 al terribile decennio seguente: “L’ironia, la creatività, la corporeità, il neo-dada, lo spontaneismo, il nonsense, il gioco, la trasgressione,  il terrorismo della disseminazione, la liberazione del desiderio, il situazionismo del Self, l’eruzione dei Bisogni, il rifiuto della Storia burocratica e delle Scienze dittatrici, la demistificazione del falso progresso industriale, i deliranti e gratificanti frullati Nietzsche-Adorno-Lacan-Totò”. Con canzonette, battute e dialoghi da nuvola dei fumetti.  
Non una celebrazione, in realtà, ma una satira. Non detta, mimata. Un po’ per ridere, ma anche, un pochino, sul serio. Arbasino, critico sociale attento e quindi reazionario per definizione, coglie i modi di essere, dire, fare, del suo Sessantottino, mettendolo sul ridere – ma un po’ no.
Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo, Adelphi, pp. 406 € 25

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