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domenica 23 dicembre 2018

Il populismo confuso

Arrivato ai pensionati residenti all’estero da più di cinque anni che ritornano in Italia, prendono la residenza in un paese del Sud, e pagano solo il 7 per cento di Irpef, per cinque anni, uno non ride, si sconforta: ma è possibile? Oppure ad alienarsi i pensionati da 1.500 euro, cioè tutti gli ex lavoratori dipendenti, pubblici e privati, vessandoli e tassandoli, per pochi inutili spicci. Questo non si faceva neanche nelle manovre della Seconda Repubblica, per esempio nel 2002, il primo di un governo tutto Berlusconi, quando i conti furono ricalcolati per passare da un meno 0,5 per cento a un più 0,5 per cento. O la ecotassa, cosiddetta, che dovremo pagare a chi compra Bmw e Mercedes, un sacrificio ai molossi. C’è perfino, perché c’è, tra le pieghe e contropieghe della “manovra”, il salvataggio del padre di Di Maio dalle inchieste penali. E il volontariato che pagherà le tasse come una multinazionale? È la patente, via condono, ai fisioterapisti abusivi?
Per non dire delle cose serie. Eliminare gli investimenti pubblici, mentre tutta Europa li moltiplica. In una congiuntura internazionale di rallentamento, se non di recessione. O tassare le banche e le assicurazioni, che puntualmente presenteranno il conto a correntisti e assicurati. O ridare a Comuni e Regioni libertà di rincarare Imu, Rasi e addizionali. O la politica estera dell’ambascatore itinerante Di Battista, da un anno insabbiato in Sud America, con la misera paga guadagnata da parlamentare – e il suo non è turismo sessuale.
Non si può parlare male del governo gialloverde, perché è stato eletto, e quindi bisognerebbe parlare male di chi lo ha eletto, cioè di noi. Ma sorprendersi sì: non c’è limite al peggio?
Sarà pure populismo temibile, ma è confuso. Dice: sono giovani. Ma i giovani non sono scemi.
Certo, una popolazione che si vede ridotte le pensioni e le cure, e aumentare i disservizi e i servizi, con qualche tassa in più qua e là, e non protesta, anche questo è da vedere – saremo tutti del parere, come diceva quello, che “le tasse sono belle”.

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