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venerdì 28 dicembre 2018

Cronache dell’altro mondo 18 - i perdoni

Bill Clinton è stato il presidente più prodigo di “perdoni” giudiziari, oltre 1.200. Oltre un terzo dei quali, 450, nell’ultimo giorno alla Casa Bianca, il “Pardongate”. Forse per annegare, si disse, quello del miliardario Marc Rich, un trafficante di petrolio e altre materie prime, con paesi e dittature  sotto embargo, o altre misure restrittive americane, evasore fiscale eccetera, contumace in Svizzera.
Prima di Clinton il record apparteneva a un altro presidente Democratico, Jimmy Carter, con 534 perdoni. Dopo Carter - il presidente che aveva lasciato l’Iran agli ayatollah e il Medio Oriente all’estremismo islamico, un po’ come fa Trump oggi con la Siria e lo stesso Iran - terzo in graduatoria veniva il suo successore Reagan, con 393 perdoni. Il successore di Reagan, predecessore di Clinton, Buh sr., si era limitato a 75.
Il presidente americano ha il potere di “grazia”, come ogni capo di Stato – il perdono. Che però esercita con ampia discrezionalità, piuttosto che a seguito di istruttorie burocratiche e per procedure definite. Sollevando in più casi il sospetto che si tratti di un esercizio corruttivo della grazia, dietro pagamento o per collusioni politiche. 
Rich aveva meriti non rivendicabili. Tra essi la fornitura di petrolio iraniano a Israele, un contatto stabile tra il servizio segreto israeliano Mossad, e i barbouzes iraniani di Khomeini, e l’Irangate, l’armamento della guerriglia nicaraguegna contra con gli sfioramenti sul commercio di petrolio iraniano sotto embargo – la guerriglia contro il regime di sinistra sandinista. Il suo “perdono” tuttavia andò sotto inchiesta giudiziaria. Furono critici, ripetutamente, l’ex presidente Carter e i capi democratici James Carville e Terry McAuliffe. Risultò che l’ex moglie di Rich, Denise Eisenberg, aveva fatto grosse donazioni alla Campagna senatoriale di Hillary Clinton a New York e alla cosiddetta Clinton Library, predecessore della Clinton Foundation. Un’altra inchiesta sui traffici levantini, questa volta in Iraq, lo schema cosiddetto Oil-for-Food, sempre per aggirare l’embargo sulle esportazioni di petrolio, in questo caso di Saddam Hussein, trovò Rich mediatore di almeno 4 milioni di barili di petrolio, otto-dieci grosse petroliere.
Il ministero della Giustizia di Bush jr., il presidente repubblicano successore di Clinton,  dovette aprire un’inchiesta sul perdono a Rich. La affidò a un giudice Democratico, la capa della Procura Federale, Mary Jo White. Che però non se la sentì di chiudere il caso. Finché Obama non la promosse alla presidenza della Sec, la Consob americana, liberandola dall’inchiesta su Clinton. Questa invece affidò a un esponente repubblicano, James Comey. Che pronto scagionò Clinton. E fu promosso da Obama a capo della Cia – è il Comey che poi Trump ha giubilato.

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