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giovedì 17 ottobre 2019

Il deserto di Trump

Non si capisce perché Trump si ritira dal Medio Oriente? Perché è desertico, come dice lui – “lì c’è abbastanza sabbia per tutti, per giocarci”? Oppure sì, si capisce: in politica estera, e soprattutto nelle strategie militari, tutto è calcolato. Ma non si sa. È calcolato da da chi? Dal Dipartimento di Stato, dal Pentagono, dalla Cia? Nel quadro di quale politica? Nemmeno ai “volenterosi” di tante coalizioni americane per il Medio Oriente, dal Libano all’Afghanistan, passando per la Somalia, viene dato un cenno di spiegazione.
In altre circostanze si sarebbe parlato di onore  disonore. Gli Stati Uniti, che hanno schierato i Curdi contro Assad e contro i terroristi islamici, ora li abbandonano. Trump non tiene in conto il concetto di onore, che pure vale in politica estera - la parola data, la fiducia reciproca - e pazienza. Ma dovrebbe nella sua etica sapere che i compagni di merende non sono affidabili. Ora sta tutto con Erdogan - garantisce ai Curdi cinque giorni di tregua, ma per ritirarsi dalle aree che hanno sempre abitato e che Erdogan vuole. Ma che cambiale ha su Erdogan, parlando in termini di diplomazia degli affari, che Erdogan è tenuto a pagare? Non ne ha.
Dice: i Curdi sono comunisti. Mah. Trump è ignorante, ma stupido non è
Ruhollah Zam, un oppositore degli ayatollah, in esilio in Francia, è indotto dai servizi segreti francesi, che lo proteggevano, a recarsi in Iraq, per finire in una trappola dei servizi segreti iraniani. Un favore, si dice, agli ayatollah per ottenere il rilascio di alcuni francesi arrestati in Iran per spionaggio. Il ricatto funziona, dunque.
Ma il khomeinismo è già passato per i servizi segreti francesi: l’oscuro ayatollah Khomeiny fu fatto arrivare in Francia, dopo una vita anonima in Iraq, e da lì montato mediaticamente fino ad abbattere lo scià, troppo filoamericano.
Nei rapporti con l’islam, cioè col Medio Oriente, qualcosa sfugge sempre: sono affari esoterici?
Anche l’abbandono del Medio Oriente alla Russia di Putin sfugge a ogni considerazione politica. A un Putin che invece si vuole bersaglio di sanzioni e boicottaggi. La politica estera non va per caso, è sempre analizzata e pesata. Perché dobbiamo boicottare la Russia, le nostre esportazioni in Russia, e regalarle mezzo Medio Oriente – Iran, Siria, Iraq – tra l’altro pieno di petrolio?
Resta un mistero anche l’alleanza stretta degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita, ora anche militare. Non c’è sabbia anche lì? Per non dire dei regimi patrimoniali, che nella penisola arabica si tengono nel Duemila come gli analoghi feudi in Europa coi Normanni qualche secolo fa. Creando castelli. Ma non più stabili dei regimi militar-teocratici che Trump abbandona.

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