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martedì 1 ottobre 2019

Lo scrittore calabrese e l’editore pugliese – effetto Lega

La storia di una storia che non fu: poche e brevi lettere, con lunghe didascalie del curatore. Un omaggio più che altro a Corrado Alvaro, mai abbastanza considerato, troppo presto dimenticato.
Laterza voleva rinovare la casa editrice, affrancandola dall’eredità di Croce, e si rivolge aa Alvaro come mediatore culturale col mondo liberal-radicale, della rivista “Il Mondo”. Sia come autore: le proposte di Laterza furono tre o quattro, ma impraticabili, Alvaro essendo legato per contratto a Bompiani. Sia come curatore di nuove collane, procacciatore di nuovi collaboratori alla casa editrice.
La pubblicazione non aggiunte molto, né alla storia della casa editrice né a quella di Alvaro. Laterza si rivolge ad Alvaro dopo il rifiuto di Carlo Levi. Alvaro ci teneva a raccogliere gli scritti sul Sud, pubblicati sul “Correre della sera” e, più numerosi, su “La Stampa”, ma lo farà con Bompiani, “Un treno del Sud”. Ma è rinfrescante leggere – supportati dai chiarimenti estesi del curatore in nota - in che termini un editore pensava alla sua casa editrice. Gli anni 1950 sono lontani, ma non poi tanto.
Un curioso segno dei tempi è peraltro introdotto dallo stesso curatore. Nisini dice di Alvaro “scrittore calabrese”, di Scotellaro “scrittore lucano”, di Croce “filosofo abruzzese” – manca di Laterza l’editore pugliese o barese, ma l’effetto Lega è imponente. Ora la Lega si nega, ma parliamo e professiamo il suo linguaggio.
Giorgio Nisini (a cura di), Corrado Avaro e Vito Laterza, carteggio 1952-56, Laterza, pp. XXVIII-76 € 14

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