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giovedì 8 ottobre 2009

La Corte di Di Pietro

C’è soddisfazione e anche paura nelle opposizioni dopo la bocciatura di Berlusconi alla Consulta. Viene consolidata la tattica dello sfiancamento, come si sono affrettati a dire Casini, Bersani e D’Alema: Berlusconi dovrà stare a palazzo Chigi ma senza poter governare, per le inevitabili indiscrezioni, anticipazioni, e comunicazioni di processi che si sostituiranno a ogni politica. Ma la maggioranza alla Consulta contro Berlusconi ha impaurito tutti: in particolare il cambiamento del giudice Grossi, che il presidente della Repubblica ha nominato, un buon cattolico e una colonnna del veterodemocristianesimo a Firenze, e del presidente Almirante, che ha smentito se stesso, la sentenza del 2004 sullo stesso tema.
Con Grossi, ha impautiro tutti anche la fuberia della Corte costituzionale. Di cui il meglio che si possa dire è che è goliardica. Un consensso di supermi giudici che fanno i furbetti del quartierino è qualcosa che toglie il respiro: diciamo che i giudici, benché con le rughe e le parrucche, sono ancora ragazzi. Ha impaurito tutti eccetto naturalmente Di Pietro, uno che è sempre più furbo.
Casini e D’Alema sanno che Berlusconi non può provocare le elezioni anticipate, perché si vuole uomo della stabilità. Ma sanno che se si facessero le stravincerebbe – in Lombardia, nelle tre Venezie e in Campania rifarebbe la Sicilia. E per questo si agita, per provocare uno showdown: un’incriminazione per esempio a Bari, una qualche iniziativa del Csm contro la riforma della giustizia, una iniziativa inconsulta di Napolitano. Consigliano perciò anche per questo prudenza, non solo a fini tattici, per “bollire” Berlusconi. E di questo avviso sembra il presidente della Repubblica, sebbene con difficoltà – avrebbe già dovuto reagire agli attacchi ingiuriosi di Berlusconi.
È che l’inatteso riallineamento della Consulta ha messo paura a tre quarti dei politici. Perché non è una Corte di comunisti, come dice Berlusconi, ma semmai di vecchi democristiani. E perché inatteso il riallineamento si è scoperto che non era per Di Pietro, di cui ora si capiscono gli attacchi spregiudicati negli ultimi giorni a Napolitano. Si parla di partito dei giudici ora apertamente, da parte degli stessi giudici come Violante. E si intende un sotterraneo potere di ricatto.

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