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venerdì 11 maggio 2012

I referendum si fanno per fare

Il referendum piace agli italiani, forse. Ma non decide. Eccetto che in pochi casi, questa è stata l’esperienza storica. I referendum civilissimi della Sardegna domenica vanno visti in questo quadro. Il “forse” va riferito alla totalità, o maggioranza, dell’opinione: nei referendum consultivi pochi si pronunciano, in genere un terzo dell’elettorato, come in quelli in Sardegna.
Si sono svolti 66 referendum abrogativi nella storia della Repubblica, e quattro consultivi. Gli abrogativi sono immediatamente operanti, i consultivi no. Ma due dei quattro consultivi hanno prodotto risultati di rilievo, quello del 1946 sulla Repubblica, e quello del 2001 sul cosiddetto federalismo. Mentre la maggior parte di quelli abrogativi non hanno avuto alcun esito, se non nominale. Efficaci quelli sul divorzio, sull’aborto, pro e contro, contro l’abolizione della legge Reale e della legge Cossiga in materia di terrorismo, contro abolizione dell’ergastolo, contro la chiusura di Mediaset – tre referendum nel 1995 – e contro il nucleare. Ma il divorzio e l’aborto erano già regolati da buone leggi, indipendentemente dai referendum. Singolare e importantissimo invece – stroncò l’inflazione – quello sul taglio della contingenza, nel giugno del 1985. Efficaci anche quelli per il maggioritario alle elezioni, del 1992 e del 1995. L'ultima tornata referendaria, un anno fa, ha bloccato la privatizzazione dell'acqua, ma con effetto opposto ai presupposti del referendum: il costo dell'acqua è aumentato.
Sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti c’è un non e un sì, ma senza effetti pratici, come si vede. Sulla privatizzazione della Rai ci sono due sì, anch’essi senza esito. L’Enel dovrebbe escludersi dalla costruzione di centrali nucleari all’stero – ma non più dopo la privatizzazione... Molti referendum hanno sancito l’abolizione di alcuni ministeri, che quasi tutti però sono riemersi con altra denominazione.
Ventitré referendum abrogativi, in tre tornate, hanno avuto una partecipazione limitata, tra il 25 e il 33 per cento degli aventi diritto, e quindi non sono risultati validi.

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