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giovedì 10 maggio 2012

Sottogoverno tecnico

Con la figura del “commissario straordinario” Monti si sta prendendo tutti i centri di potere dove gli riesce di mettere le mani. L’ultimo, il Maxxi di Roma, un museo d’arte contemporanea, non sembra big business, ma è un segnale: un commissariamento misterioso, nemmeno giustificato, di cui il settore ha recepito la forza. Più sostanziosi i commissariamenti della spesa pubblica, della Rai, del Cnr – qui il commissario si chiama presidente, ma fa a meno di un direttore generale. Mentre si approntano nomi nuovi per l’Enel e le Ferrovie – con l’Eni per ora in posizione defilata, ma Paolo Scaroni era già parte della nuova filiera.
Il partito Democratico ironizza, parlando di spoil system “tecnico”. Un understatement forse inevitabile, finché Monti è Napolitano, ma allora un altro segnale della debolezza della politica. Di fronte a un gruppo di “milanesi” (affaristi) che fa piazza pulita di ogni garanzia democratica e perfino legale, sulla previdenza come sulla fiscalità, e sui centri di spesa, cioè di potere.

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