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domenica 30 settembre 2012

Con Monti finisce il Pd

Essendo avvezzo alle ruote di scorta, ad averne di doviziose al suo servizio, femministe, sindacaliste, giornaliste, eccetera, ora che deve fare la ruota di scorta, per questo il Pd non sa che fare? O è che il pendolo del compromesso storico, il cui fulcro era “mi metto in tasca i democristiani”, si è spostato sull’altro versante – vi dicono che la politica è un’altra, che non c sono più democristiani e i comunisti, ma non è vero, basta andarci a parlare? Non c’è una ragione perché Bersani si faccia innervosire da Monti che dichiara di voler governare senza elezioni, e questa è già tutta la storia. Nel senso: che partito è questo Pd?
È maggioritario. Nel senso che si vuole dominante, “egemone” si sarebbe detto quando c’era Togliatti. Solo che la politica non è finita, è cambiata; e non sono cambiate le parole, anche i fatti sono molto lontani da quelli di Togliatti, e da Togliatti. L’inesistenza del partito nelle regioni periferiche (Sicilia, Calabria, Campania), e non periferiche (Toscana) ne è una riprova, avendo l’unica origine nel fatto che si voleva perpetuare il togliattiano centralismo democratico, senza Togliatti, dopo cinquant’anni, e senza organizzazione.
La storia è poi questa: si fosse votato all’ombra dello spread, e col porcellum che gli dà maggioranze schiaccianti in Toscana, il Pd poteva vincere facile. Bastava avere il coraggio di votare. Non ha osato – osare votare? – e ha inventato invece Monti. Cioè il vero Berlusconi, non la macchietta dei giornali: l’uomo del capitale. Che ora impicca il Pd alla sua stessa corda.

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