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venerdì 7 dicembre 2012

Minimarx cercasi del sottogoverno

Perché non cambia il governo? Perché è teatro, direbbe Platone – “teatrocrazia”, la struttura che appare. Mentre conta (“governa”) il sottogoverno. Si dice “le corporazioni”, ma è il sottogoverno. E quello non è in crisi: è il governo dell’Occidente. Forse è il governo delle democrazie.
In Italia dichiaratamente, con i governicchi che vorrebbero tornare con la una legge elettorale proporzionale – ma anche con questi governi del maggioritario, sempre a loro volta di coalizione, di correnti o costole. Altrove, anche nel regime presidenziale americano, la democrazia più efficiente, c’è sempre un potere di blocco di piccoli gruppi e perfino personale. Che è la leva del sottogoverno. I governi-governi sono in qualche misura monocratici - ora, per esempio, in Russia.
Ci vorrebbe un Minimarx del sottogoverno: è quella la struttura reale. Che passa attraverso le crisi, e con esse si fortifica. Per attaccarsi al governo, esprimerne uno, bisogna attaccarsi al sottogoverno: gli statali, i sindacati, il sistema degli appalti, il sistema dell’erosione-evasione fiscale, e anche la casta ovviamente, ma più per le assunzioni facili che per le prebende. 

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