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domenica 20 settembre 2015

La scoperta della Russia

La Russia torna partner? Sia pure per destituire un suo cliente, Assad. La distinzione è importante, perché “cliente” e non “partner” avrebbe dovuto essere la stessa Russia, secondo Brzezinsky e l’establishment democratico americano dopo il crollo dell’Urss, ancora nel 1994.
La Russia di Putin è un partner sospetto agli Usa di Obama, e per questo anche all’Europa. Ma è incancellabile e anche irremovibile in Europa, e di questo la Ue dovrà prima o poi tenere conto. Certo, quando Putin non ci sarà più. La geopolitica è un fatto, seppure non fa la storia – ma la fa: la Russia l’ha fatta contro Napoleone, con Lenin, e contro Hitler. La storia deve tenerne conto.
I presupposti sono tutti per la Russia partner. Come porta al Centro Asia (Eurasia). Come transito da e per la Cina. E in una parte infida del Medio Oriente: l’Iran nucleare, con la Siria e l’Irak che l’Occidente ha destabilizzati e frantumati. Deve esserlo finché dura la minaccia jihadista, e poi per gli equilibri nucleari “latenti” che nella regione pullulano. Non lo è ai confini europei, ora in Ucraina, dopo la Serbia e la Georgia. Che però sono punti di crisi creati dall’Occidente, quel che ne rimane: sono l’esito dell’oltranzismo antirusso del partito Democratico americano, avventato, controproducente.
Si dice: la partnership è l’obiettivo di Putin, e per questo va contrastata. Ma non è argomento valido. Nel 2007, un anno prima della crisi in Georgia, Putin aveva proposto e avviato un promettente gruppo di lavoro russo-americano: lo presiedeva l’ex ministro degli Esteri Primakov  con la partecipazione dell’attuale ministro degli Esteri Lavrov, e vide da parte americana l’adesione entusiasta di Kissinger con Shultz, i due migliori ex segretari di Stato, dell’ex segretario al Tesoro Rubin e dell’ex senatore Sam Nunn, gli osservatori più attenti, se non influenti, delle relazioni internazionali all’interno degli Usa.
La sola dottrina internazionale in agenda è del resto il multipolarismo. Che non può negare alla Russia, per peso geografico, militare, demografico e storico, un ruolo da comprimario. Tanto più se si riflette che la plurisecolare egemonia europea, dell’Europa che oggi si è costituita in Unione, è sotto tutti gli aspetti al tramonto, demografico, militare e strategico, tenuta a galla solo dalla capacità – non più potenza, non determinante e nemmeno influente – economica. Prima o poi  la Russia andrà riscoperta – e tanto prima non è tanto meglio?

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