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martedì 21 marzo 2017

L’Europa senza velocità

Donald Sassoon, l’autore di “Cent’anni di socialismo” e del massiccio “La Cultura degli Europei”,  fa l’elenco dei problemi dell’Europa nella celebrazione dei Trattati che l’Acadmie Royale de Belgique ha anticipato:
L’Europa non ha maturato una cultura, un welfare e una difesa comuni. E rischia nel negoziato con la Gran Bretagna la disintegrazione della stessa UE, se Londra potrà uscirne con comodo e convenienza. Londra che da sempre, dapprima col mercato comune parallelo, poi con l’adesione, ha lavorato per rallentare, indebolire, disintegrare l’unità europea.
Una diagnosi che è quasi una soluzione - lo storico non lo dice, ma questo è il senso: senza la Gran Bretagna il vecchio disegno europeo può riprendere vigore. È questo anche il senso della proposta di Schaüble e Merkel, dell’Europa a velocità variabile.
L’ex segretario di Altiero Spinelli e ambasciatore a Berlino Armellini fa della proposta tedesca il nucleo della sua riflessione sulla rivista “Formiche”, “Perché l’Europa a due velocità” – in realtà a velocità variabile: non c’è solo il discrimine dell’euro, anche le politiche dell’immigrazione o della libera circolazione faranno la differenza, e poi la farà la difesa:
L’Europa a velocità variabile darà all’Europa orientale, soprattutto, che ha voluto entrare nell’Unione subito e senza condizioni per paura della Russia, il tempo e lo spazio di gestirsi secondo le proprie convenienze, argomenta Armellini. Anche questo è vero, è possibile.
La Germania è un’altra
Ma il nodo non è la Gran Bretagna. Né l’immaturità dell’ex blocco sovietico. Il punto nodale è che l’Europa è ora un’altra rispetto al 1957. Un fatto semplice, di cui però non si tiene conto. Quella era l’Europa Occidentale, tagliata in due e minacciata dalla guerra fredda. C’erano due Germanie, e i russi a Berlino. La novità, e ciò che ha bloccato l’Unione, è la riunificazione tedesca – Londra semmai è stata quasi europeista in tutti questi anni, specie i dieci di Blair. È un’altra Europa perché è un’altra Germania.
Nel 1957 la Germania Ovest aveva bisogno dell’Italia come della Francia. Ora non più, e anzi sopporta male l’Italia alle costole. L’Europa ha continuato sull’aire della fondazione fino a Maastricht. Che si sovrapponeva alla riunificazione tedesca, nei primi anni difficile e stentata. Ma i germi erano con quell’evento posti, dello squilibrio che poi si è imposto. Nei quindici anni dell’euro la Germania ha accumulato due biliardi (milioni di miliardi) di euro di avanzo primario, il resto d’Europa 2,7 biliardi di deficit.
Non c’è nessuna collegialità al comando dell’Europa, non più, da quando Angela Merkel, la nuova Germania, è al comando a Berlino. Ma già da prima, col suo predecessore, il socialista Schröder. Nei quindici anni dell’euro

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