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lunedì 4 luglio 2022

Letture - 495

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Ariosto – Voltaire – che non amava Dante – lo considera il più grande artista di tutti i tempi. Beckett pure: non si spinge a fare paragoni e classifiche, ma ne scrive all’amico McGreevy il 5 marzo 1936 che lo legge “con la sensazione che sia l’artista letterario più grande di tutti”.
 
Walter Benjamin - Koestler lo ricorda in “Schiuma della terra” a Parigi suo vicino di casa in rue Dombasle 10, “quarto ai nostri poker del sabato e una delle persone più bizzarre e spiritose che abbia conosciuto”.
 
Bibbia – Rifiorisce, benché tallonata dal secolarismo. Il cardinale Ravasi segnala su “Sole 24 Ore”, dove tiene una pagina di recensione-saggio ogni settimana e un “breviario” di saggezza, “imponenti edizioni attorno alle Scritture: un manuale storico-teologico in 10 volumi e una ricognizione sulla presenza delle donne in 9 volumi”.
 
Cucina – Una forma di prossenetismo? Il boom  del Millennio era antevisto da Pirsig nel romanzo filosofico “Zen e l’arte di manutenzione della motocicletta” in questi termini. Il Professore di Filosofia, che vuole mettere in imbarazzo lo studente petulante Fedro (lo stesso Pirsig), gli chiede che cosa pensa della cucina – stnano leggendo il “Gorgia” di Platone. “Socrate ha dimostrato a Gorgia che sia la retorica che la cucina sono forme di mediazione - prossenetismo – perché fanno appello alle emozioni piuttosto che alla vera conoscenza”, è la risposta.
 
Dio in giallo – James Ellroy, che Joyce Carol Oates ha eletto a “Dostoevkij americano”, ribadisce a D e Cataldo su “La Lettura” che non ha mai letto Dostoevskij. Ma ne sa l’essenziale: “Dostoevskij non l’ho mai letto, ma come me era un uomo religioso,vedeva ovunque empietà e peccato, e ha detto una frase grandiosa: «Dove non c’è Dio, tutto è lecito»”.
Ne avrà letto nel citazionario? Gli scrittori americani danno sempre l’impressione di essere iperletterati, ma devono per qualche motivo nasconderlo: non leggono, e passano il tempo tagliando la legna. Un’attività non manuale non è confacente al Sogno Americano?
 
Europa – “La principessa Europa era venuta dal Libano”, si ricorda Roberto Calasso all’improvviso, entrando al British Museum, e trovando l’Europa nel Monumento alle Nereidi subito dopo l’entrata, a breve distanza. Una “strana costruzione”, di “colonne, rilievi e alcune statue di esseri femminili, acefali, che sembrano sospesi nell’aria”. Molte immagini e domande si affollano in Calasso, in tema di “morbidezza”, che non trovano che una risposta: “Quel tempio-tomba è l’Europa. O almeno: è qualcosa che solo se si collega all’Europa acquista il suo senso. E non si trovava neppure in Europa, ma all’interno della costa meridionale turca. Anche la principessa Europa era venuta dal Libano”. Cioè dalla Bibbia, da Salomone?
La “costa meridionale turca” non è poi fuori perimetro, fino al 1922 era greca.
 
Lettera anonima – Condorcet ne fa non richiesto l’elogio scrivendo a Voltaire il 21 dicembre 1777, la sua lettera più lunga e argomentata della “corrispondenza segreta” intrattenuta negli anni 1770, fino alla morte di Voltaire – Voltaire era il principe degli pseudonimi, per proteggere le sue battaglie civili e politiche: “Non trovo nessuna bassezza a scrivere sotto un nome inventato ciò che non si può scrivere a proprio nome”. Si riferisce naturalmente a situazioni di regime dispotico, o comunque a controllo di polizia: “Nascondere il proprio nome è forse una mancanza di coraggio, ma non c’è coraggio a sfidare inutilmente un despota attorniato da duecentomila satelliti. Sarebbe imprudente dire il proprio nome quando invece di servire all’obiettivo che si propone non farebbe che nuocergli”.
 
Madame du Deffand - A suo tempo amica del cuore di Voltaire, D’Alembert la tratta da “vecchia bambolotta” e “puttana raggrinzita” scrivendo a “Raton” (Voltaire) a Ferney  nel 1773 – D’Alembert che alloggiava da Mademoselle de l’Espinasse, la nipote ripudiata dalla Du Deffand, di cui era diventata inimicissima.
 
Maschile-femminile – Il genere indefinito era la chiave di uno dei racconti di Arbasino, “L’Anonimo Lombardo” – della prima edizione, 1959, come raccolta di racconti, prima del rifacimento come romanzo con lo stesso titolo nel 1966.
 
Sull’ultimo “New Yorker” Mark Remy, scrittore, redattore, umorista, ciclista, runner (sarebbe rider, di idee, progetti, conversazioni, passatempi), racconta semiserio di avere mandato “dozzine di curriculum” senza specificare il pronome personale, e di non avere ottenuto “un solo colloquio”. Per questo dichiarandosi vittima della “woke mob”, della canea della correttezza – della setta dei “risvegliati” per l’esattezza. Ma in America il genere non genere è una cosa seria.
 
Elsa Morante – “La maggiore scrittrice italiana del Novecento”, la diceva nel 2012 sul “Corriere della sera” Livio Garzanti. Che la ricorda sola nella clinica dopo il tentato suicidio, assistita da “un’antica donnetta di casa”, quella che l’aveva soccorsa in tempo. Il giorno dopo era ancora sola.  “Per il funerale, alla chiesa di piazza del Popolo”, una chiesa alta e vasta, “c’erano meno di venti persone”. Ultimo, arrivò Moravia.
 
Napoli – “Mentre Parigi e Londra andavano incontro ai Tempi Nuovi e alle Cose Mutate”, con “l’avvento della civiltà industriale”, “Napoli diventava una grande capitale della decadenza, abbandonata dalla Storia, come Atene, Costantinopoli e Alessandria” – Raffaele La Capria, “Armonia perduta”
 
Rilke – Beckett in viaggio per la Germania nel 1936, un viaggio di gioventù, di formazione, ma intrapreso a trent’anni, non vi trovava che lettori di Rilke: “In Germania”, scriveva all’amico Günter Albrecht, peraltro tedesco, “di ogni due persone di un certo livello di cultura una è stata a quanto pare amica di Rilke”.
 
Roma – “Rumiyah”, Roma, era la rivista plurilingue online dell’Is, il movimento terrorista  islamico, dal settembre 2016 al 2019. Un sito sanguinario – Roma sta per il cristianesimo.
 
Strega – “Premio Strega, sette finalisti” – “Il Sole 24 Ore Domenica”: “Scrivere per piacere (a molti). Sono state selezionate opere capaci di raccontare in velocità, creando identificazioni che non affatichino la mente”.

letterautore@antiit.eu

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