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mercoledì 24 dicembre 2025

Macron o la grandeur a Mosca

Sarà la “pace di Macron”, del suo ego. Nell’alveo certo, della grandeur, che a Parigi sfida vento e tempeste.
Macron che si invita a Mosca non porterà a nulla, già si sa. Ma non senza danno: è dare ragione a Putin, la certificazione che l’Europa “non esiste”, si dice a Roma.  Il presidente francese, in calo su tutti fronti, specialmente interni, politici, economici e di opinione, ma anche esterni, in Africa e con la Cina (a Pechio l’altra settimana non ha ottenuto nulla), va a Mosca rappresentare se stesso. Non Merz né Starmer, con i quali non si è coordinato. E quanto al “resto” si sa che non lo considera comunque.
Nel lungo reportage sul suo presidente, che ha redatto all’ultimo G7, in Canada, dove si è recato espressamente per studiare Macron da vicino, lo scrittore Emmanuel Carrère lo descrive così, a proposito di Meloni, di un “intervento di Meloni”: “Meloni riassume il sentimento generale esclamando: «Non fatevi illusioni, amici. Non è il 2 per cento del paese di Volodimir che (Putin) vuole mangiarsi, è il 100 per cento e non si fermerà. Vuole restaurare il suo Impero. Come se tu (posa la mano sul braccio di Macron) volessi che la metà del mondo fosse tua perché prima erano colonie francesi, o tu (accenno con il mento verso Starmer, ancora scosso dall’incidente della vigilia) il Commonwealth. E io, guarda, già che ci siamo, e se ricostituissi l’impero romano?» Macron sorride con indulgenza”.
L’“incidente della vigilia” era di Trump a cui cadevano per terra in giardino alcuni foglietti, e di Starmer che si piegava a raccoglierli – senza che Trump facesse il minimo movimento, o la sua scorta.

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