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lunedì 22 dicembre 2025

Un diritto d’asilo per pochi

La decisione della Ue di autorizzare l’individuazione del diritto d’asilo dei migranti irregolari fuori dell’area Ue, fa parte di una revisione più generale del diritto internazionale in materia, di chi ha diritto all’asilo politico. La revisione parte da un dato giuridico, la difficoltà di accertare il diritto a fronte non tanto di atti di coercizione personale  ma di regimi autoritari, più spesso però elettivi, oppure di regimi autoritari con forte base giurisdizionale libera, di tribunali cioè non politici. Per cui un esilio per motivi politici resta di difficile accertamento rispetto a un’immigrazione volontaria.  
Si valuta dagli organismi internazionali in 900 milioni di persone il flusso possibile di migrazioni, dall’emisfero meridionale, e specialmente dall’Africa. Mentre l’asilo politico sarebbe diventato da alcuni anni il mezzo per ottenere comunque un permesso di soggiorno, contando di poterlo prolungare per le lentezze delle pratiche di accertamento. La Gran Bretagna, sia con i governi conservatori che col laburista, opera per procedere all’accertamento mantenendo l’immigrato in territorio non britannico. La Ue ha adottato il “modello Albania”, che il governo italiano aveva provato ad avviare due anni fa.
In varie istanze, soprattutto all’Onu, si lavora intanto a ridefinire il diritto d’asilo politico.

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