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Quando il lavoro era un tesoro
“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia”: O: “Il
lavoro solo ha trasformato il mondo”. Non è il sermone di un baccheettone, né
la furbizia del padrone che lo sfrutta. È il messaggio che un industriale che ci
credeva, al lavoro suo e a quello degli operai, per Natale lo elogiava e lo “prometteva”
– quando promettere un lavoro, anche ai figli dei dipendenti, era un regalo.
Nulla di speciale in questa picola pubblicazione. Non
un progetto arcano o rivoluzionario, o un aneddoto o evento speciale o particolare.
Un industriale parla per Natale ai suoi dipendenti. Per spiegare la situazione
dell’azienda, in fabbrica e nel mercato. Ma è un ebreo che sa festeggiare il
Natale senza riserve – “ci soffermeremo tutti, domani, volgendo il pensiero e
il cuore al messaggio di Gesù, a quel messaggio di verità e di amore che illuminò
un giorno il mondo”. Un industriale di successo che sempre onora la memoria del
padre Camillo, e ricorda il fratello collaboratore. Inalberando il titolo di
ingegnere che condivide coi i familiari. Sempre attento al luogo, alle radici, Ivrea e il Canavese, entro il grande mercato
del mondo. Tutte cose che oggi gli verrebbero imputate, familismo, provincialismo,
paternalismo. Una figura oggi impossibile: scandaloso, e probabilmente illegale
- quanti processi non gli avrebbero fatto?
Adriano Olivetti, Discorsi per il Natale,
Edizioni di Comunità, pp. 55 € 8
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