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sabato 19 febbraio 2011

La giustizia (non è) sportiva a Milano

Il dottor Palazzi ci impiega un anno per esaminare il trasferimento di Pandev dalla Lazio all’Inter, a prezzo zero, con gran vantaggio dell’Inter, che lo aveva “contrattato” quando la legge non clo consentiva. E decide di chiedere una semplice multa. Pandev era stato sottratto alla Lazio a parametro zero dal Collegio arbitrale della Lega Calcio, presieduta dal milanista Galliani. Che per la decisione aveva nominato a presidente del Collegio l’avvocato Mario Fezzi. Su indicazione dell’Associazione Italiana Calciatori.
Non c’è dubbio che la giustizia sportiva è molto milanese, come tutto nel calcio: a favore cioè di Milan e Inter, equamente bisogna dire. Fezzi è l’avvocato emerito della Rizzoli Corriere della sera nelle innumerevoli cause di lavoro della editrice. È una delle colonne della Milano che conta, ma poi “tutto si tiene” a Milano. Palazzi è un magistrato, ed è a capo della Procura della Federazione calcio: indaga cioè i reati. Non è milanese, ma è un magistrato napoletano a Milano, uno di quelli che eseguono per Milano la questione morale. L’Aic, l’associazione dei calciatori, è una sigla che sta per Demetrio Albertini, che come tutti sanno non è (più?) del Milan.
Si deve al dottor Palazzi, col supporto di Borrelli, altro napoletano di Mlano, e del milanesissimo on. sen. prof. avv. Rossi, il principe degli onesti, il colossale imbroglio di Calciopoli, che abbuonò delitti manifesti del Milan con l’arbitro Collina, sottraendo alla quadra milanese solo alcuni punti. Al solo fine di eliminare la Juventus, l’ultimo residuo sabaudo e non milanese nell’Italia da bere. Senza nessun reato, nonché provato, nemmeno opinato – corruzione? arbitraggi di favore (Collina, l’arbitro dei favori, essendo antijuventino e nella manica del Milan, che lo pagava)? squalifiche di favore (id.)?

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