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venerdì 18 febbraio 2011

Salviamo Al Jazira - 1

Nell’anno 2017 la santa alleanza Al Qaeda-Iran ha avuto ragione della penisola arabica, scacciandone le corrotte plutocrazie. Tutti i residenti del Qatar, quelli che avevano l’aereo personale e anche gli altri, cercano rifugio in Occidente. Il popolo del Qatar in fuga, mezzo milione di persone senza gli immigrati, trecentomila senza gli sciiti iraniani che furono la quinta colonna del’ivasore, cinquantamila famiglie, forti dei 150 mila dollari di reddito pro capite l’anno, un milione per ogni famiglia, partì sicuro di trovare rifugio in Svizzera, se non in California, dove il mare è tiepido, anche lì. Ma si scoprì che quel reddito esisteva finché esisteva il Qatar. Anzi l’emiro del Qatar. Senza l’emiro il reddito finì nella mani dei nuovi padroni, che se ne servirono per comprarsi in Svizzera e in California batterie multiple di missili di ogni portata, dai venti ai 20 mila chilometri, la metà della circonferenza del globo terrestre, che quindi fu sotto controllo ai punti cardinali, a Est e a Ovest, a Nord e a Sud, fuori portata restando gli apici delle direzioni intermedie, ma trascurabili, le zone vuote del pianeta, con testate di ogni tipo, convenzionali, chimiche, nucleari, batteriologiche.
Una crociata si apre allora, specie in Europa, per salvare al Jazira, i suoi redattori e mezzobusti, alcuni sono leggiadre signore, appena velate, fulcro dell’opinione pubblica negli Emirati e nell’intera penisola. Un’istituzione esemplare, Al Jazira, che pochi titoli el suo indice online bastano a spiegare: “Le amnesie della “Giornata della memoria”, “11 Settembre 2001, inganno globale”, con dvd, e “Perché l’Occidente merita di morire”. Non senza buona volontà. Nel convegno con la rivista “Rest”, sponsorizzata dal magnate della buona coscienza George Soros, che pure sarebbe uno scampato ai lager di Hitler, il 29 febbraio 2008 (la data non è fittizia, il 2008 è stato bisestile), l’emittente si costrinse a un compromesso: il dissolvimento di Israele in uno stato multiconfessionale a maggioranza islamica – l’islam del resto una tradizione ebraica vuole protettore benevolo dell’ebraismo, in Nord Africa, in Turchia e nel Medio Oriente, a differenza del cristianesimo in Europa.
A Bel Air e Pasadena, prima destinazione dei fuggiaschi, non li vogliono. Ci sono stati casi di cannibalismo, di una vezzosa annunciatrice è stato trovato solo il foulard: c’è un Al Qaeda americano che fa sparire i mussulmani. A Londra e in Svizzera li prendono se hanno grossi patrimoni. I grassi emiri e i loro figli sì, che da tempo ve li avevano depositati, uno degli ottomila figli dell’emiro del Dubai ha dichiarato un patrimonio che è il doppio di quello di re Carlo III. Ma i giornalisti, gli intellettuali, e le annunciatrici, benché ricchi per i parametri mediterranei, devono accontentarsi di capitali meno esclusive, Roma, Marbella, Skyantos. Dove è consentito alle donne, coperte dal casto foulard, di andare a prendere il gelato al caffè, seppure voltandosi verso il muro.
Non se la passano male – c’è sempre chi dice che Al Jazira fosse un’invenzione degli americani contro gli americani, una quinta colonna di battone colorate e finocchi. Ma sono isolati, si vedono tra di loro, la protezione è una forma di isolamento, e non si piacciono. La protezione del resto, pur impiegando i paesi europei le loro forze migliori, si rivela in troppi casi inutile. Anche perché, in assenza di una tv benevola, i redattori e i mezzobusti di Al Jazira alimentano sempre il famoso sito in cui non rinunciano a diffondere la verità – negli emirati del Golfo, benché ricchi e dissipati, la verità è sempre stata incontrovertibile: come i servizi segreti israeliani si erano impadroniti di Al Qaeda, e degli ayatollah, per distruggere il vero islam.
continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Purché Obama non ci porti a un'altra guerra di liberazione. Magari per gli sceicchi del Golfo Persico, se non per le presentatrici di Al Jazeera. Ma questi sceicchi non ospitano la Sesta Flotta?
Admajora