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lunedì 19 settembre 2011

Non è il 1992, è peggio

C’è la corruzione, inalterata, inalterabile. E c’è il perbenismo autoassolutorio. A chi va cercando un nuovo 1992 nel ventennale molti indizi si presentano uguali, ma in una sommatoria ben peggiore. La prima e dirimente essendo che non c’è un Di Pietro che, con un’imputazione semplice, una sola, scardina montagne di malaffare, mentre abbiamo montagne di pettegolezzi che scardineranno, forse, una sola persona. Ma allarghiamo l’obiettivo.
Oggi come allora abbiamo i giudici. Senza un Di Pietro, appunto, ma più filibustieri. E c’è la spartizione del business pubblico, oggi più larga di allora ma solo marginalmente perseguita - quando proprio non se ne può fare a meno. I grandi affari politici (appalti, varianti, varianti al piano regolatore, permessi, concessioni) non sono di Bisignani (P 4) né di Verdini (P 3). C’è immutata la strafottenza dell’ex partito russo, detto anche delle toghe e dei capi redattori: Bersani, Enrico Letta, che sempre si appellano all’“Economist”, che evidentemente non leggono - e portano a esempi di statemanship Sarkozy e Merkel... Coi suoi soliti compagni di strada che consigliano il peggio, primo tra essi il solito Scalfari (“Abbiamo un governo che deve eseguire gli ordini che gli vengono dati da Berlino e da Parigi tramite Barroso da una parte e Trichet dall’altra”…).
C’è Napolitano, che oggi come allora (dalla presidenza della Camera) tiene il timone con saldezza.
Ma non c’è Ruini, c’è un cento mons. Crociata, che fa il martire. E non c’è Topo Gigio Amato, c’è il maestrino Tremonti.
C’è naturalmente Berlusconi, che troppo distrae. C’è Prodi, che sa di che si tratta (“È prima di tutto necessario ribadire che l’obiettivo di giungere al pareggio di bilancio entro due anni deve essere solennemente confermato”, altro che ordini). E c’è la Banca centrale europea, o almeno l’edizione Trichet della stessa, che nella confusione europea degli “statisti” Sarkozy e Merkel ha fatto argine. Mentre allora c’era l’insostenibile sopravvalutazione della lira sul marco, il grave errore di Ciampi e Draghi. E tuttavia può finire male: il vincolo europeo è nel caso un cappio, imperscrutabile e irresoluto. Mentre la corruzione parte dagli stessi giudici – ogni carabinieri lo sa.

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