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domenica 18 settembre 2011

Secondi pensieri - 76

zeulig

Angoscia - In Aristotele si chiama agonia: è la sterilità.

Anima – È l’incorporeo dell’uomo: l’angelo la cui parola, interna al corpo, è portata dal flusso del sangue. Gilgul, o Tiltel, da cui Toledo prese il nome, via Tuletula, l’equivalente ebraico dell’anima, è andare vagando.
Secondo Sophie de Grouchy “l’anima è un fuoco da alimentare, che si spegne se non s’attizza”. Che Simone Weil vuole sia amore: “L’anima che si trasferisce fuori del corpo in una altra cosa, questo è l’amore, il desiderio”. Sant’Agostino, che a volte è duro, anche antipatico, l’aveva decretato: “Nutre la mente solo ciò che la rallegra”. Si può dire la depressione un corpo senz’anima?

Dio – È la fantasia nel mondo fisico. La cancellazione della metafisica si è fatta in perdita, in favore di una ragione a scartamento ridotto.

Dio è morto? Come pensare che un artista lo creda? Quello di Nietzsche era quello della sedia gestatoria, della polemica luterana.
Nietzsche ci vedeva anche poco. L’Italia era piena di divinità, ma Nietzsche non ha visto neanche quelle.

Una consistente tradizione lo vuole un Grande Solitario che parla ai solitari.

Non è immutabile, anche se si dice il contrario. Gesù per esempio è figlio di Dio solo dal concilio di Nicea del 325, così lo volle l’imperatore Costantino, giusto per domiciliare il cristianesimo a Roma.

È uno che non sta né di qua né di là, per definizione. Però, sarà pure in ogni luogo ma non può venire dall’inferno.

Padre – Scompare con l’uomo: l’uomo è tipicamente padre. Il padre mitico, primordiale, di prima dell’incesto, del divieto d’incesto, di prima della Legge, il capo dell’orda, era un animale. Un totem, dice Freud, un legno marcio: identifica l’uomo in quanto ultimo venuto alla creazione, e per di più fatto col fango.
Anche come riproduttore non è mai stato granché: il padre è accidentale, è solo uno strumento, “l’orgasmo in se stesso è angoscia”, attesta Lacan, l’oblatività viene dall’atto anale non da quello genitale, la generosità gratuita che fa il meglio dell’uomo, il coraggio.
E non c’è solo Freud. Del padre, com’è noto, sant’Agostino non aveva idea. Nelle “Confessioni” e perfino nel “De Trinitate”: parla molto del Figlio, moltissimo dello Spirito Santo, e in modo sfuggente del Padre. Al quale nega l’attributo di causa sui.
La figura svanisce per effetto della cancellazione che l’epoca fa dell’uomo, nella figura propria del padre.

Sogno - Popola l’immaginario ebraico, che sempre sogna, l’amante l’amata, il figlio il padre, il padre il suo proprio padre, o una nascita, una morte, un affare, un pranzo. È un altro modo di non dire il fato, l’innominabile Dio. Di dire velando.
Un modo di cui Simone Weil diffida: “Il sogno è menzogna, esclude l’amore. L’amore è reale”.

Solitudine - È sport estremo, lenta caduta senza paracadute, parete a picco da scalare senza appigli.

zeulig@antiit.eu

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