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martedì 9 ottobre 2012

La poesia (l’amore) vittima della famiglia

“Fratello, io farò lieve il mio respiro”, scrive Antonia all’amato A.M.C, Antonio Maria Cervi, insegnante di latino e greco, non un buon partito per i genitori. Il passo è lieve, di questa poetessa “nata”, le figure trasparenti, la scienza di “un candore\ infinito, vorace”, sul quale “mille urli rossastri\ si leveranno”. Per una voglia di vivere repressa, il mondo restando “fuori,\ nell’invadente sole”. La pienezza che finisce nell’ansia e si dissolve, da “bambina che bamboleggia sempre,\ come ha fatto finora”. In un mondo - la natura, le persone - amato anch’esso ma presto greve. “La vita sognata”, quella che fu e avrebbe voluto essere, domina gli ultimi rassegnati testi, col rimpianto di un bimbo non nato. Un’ingiustizia e un’offesa sofferte nella derelizione, per un eccesso di amore (quante “mamma” ricorrono) che spegne la rivolta.
Sono poesie d’amore che si trasforma in “vertigine”. Molto pieno sempre, di abbandoni coscienti, e insaziato. Che una sapienza innata ricama in parole e immagini lievi e terribili. Con andamento espressivo inverso man mano che la tela si svolge, ispirato all’inizio, nella pienezza dell’essere, poi dimesso, perfino elementare, nella piccola progettualità di una famiglia. È il diario di una pienezza di vita condannata alla morte, a 26 anni, nello schizzo che ne fa Simona Carlesi, curatrice della raccolta.
Antonia Pozzi morì suicida “nuda in un fosso gelato”, in guerra coi genitori dabbene per gli amori disapprovati. Non per indegnità, o violenza, o pericolo, per opportunità sociale: con un insegnante, con un figlio di operai. A Milano nel 1938. Un motivo minore, visto a distanza, che però ne monopolizza e fissa la cristallina capacità di dire della scrittura, oltre che la giovane vita. Tra presagi sempre più grevi – “non c’è vivo\ che la sua vita non senta\ avvelenata\ dall’odore della morte”. Lo sconforto di chi aveva tutto per passare trionfante nella vita, agi, bellezza, studi, sensibilità, e viene rigettata ai margini.
Antonia Pozzi, Guardami: sono nuda, Barbès, pp. 109 € 6

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