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venerdì 12 ottobre 2012

Cane fedele al Forte dei Marmi

“Rocky è bello, oltre che amorevole, lo vede? Bellissimo. È un pastore tedesco, l’ho preso cucciolo al canile municipale, ma è razza di robusti pedigree, in Germania il cane pastore ha il von, è un nobile. Rocky fa onore alla razza e al pedigree: è affezionato, gentile, docile, leale, paziente, tutto come dicono i trattati di cinologia. L’ho chiamato così non perché lo volessi cattivo. Per sport. Per strafottenza, anche, un po’. Anch’io sono un cane solitario, per via del nome. Sono Mohammed Fual, e anche se sono nato e cresciuto a Carrara, e purtroppo sono più candido di tanti altri, nei capelli e nella barba, mi chiamano il Siriano.
Rocky ha avuto una brutta storia: non poteva sfuggire alle invidie, infatti è stato rubato. Sequestrato, come una persona. No, senza richiesta di riscatto, che potevo pagare Io? E poi un cane così è un capitale. Sarà stato sequestrato su ordinazione. Mentre facevamo il bagno, a Marina di Carrara. Ero in acqua, e degli zingari, pare, se lo sono portato via. È stato segnalato in molti posti, anche così lontano come Salerno. Ma un giorno è riapparso, sfinito, le zampe sanguinanti. L’hanno ritrovato a Pisa, e me lo hanno segnalato. Poteva avere ben fatto i sei o settecento chilometri che ci sono fino a Salerno, come no. Sorretto dall’intelligenza, ce l’ha sovrumana, oltre che dal fiuto e dall’amore.
A Salerno c’era stato, poiché l’affidatario (o il compratore?) gli aveva messo al collo una targhetta col suo nome – poi ha detto che degli zingari glielo avevano lasciato (dopo averlo rubato?). Ma aveva anche un tatuaggio, col mio nome, ce lo siamo fatto assieme, e chi l’ha trovato a Pisa ha capito e mi ha cercato. La vita abbiamo ripreso normale, non l’ho più lasciato nemmeno per un minuto. Quando devo uscire per i lavoretti, lo porto con me sul vespino. Col casco e con un giacchetto che gli eviti il freddo.
“Ora torniamo a piedi perché i vigili al Forte dei Marmi hanno fatto la multa e sequestrato il vespino. Salata sì, centosessanta euro. Non c’è stato niente da fare, sono stati inflessibili. La multa pare che la pagheranno i miei concittadini di Carrara. Ma hanno sequestrato il vespino: può trasportare solo il guidatore. Rocky aveva il suo casco, ma non c’è stato nulla da fare. Ce la facciamo a piedi tutt’e due”.

La storia del signor Fual è sospetta. Ci fu un caso celebre nelle cronache degli anni 1950, di un cane che aveva attraversato a nuoto lo Stretto di Messina per tornare in Calabria dal padrone, che l’aveva abbandonato in Sicilia, col cuore affranto, perché non poteva pagare la tassa comunale. E l’aveva inventata lo scrittore palmese Domenico Zappone. Ma c’è anche la storia vera, di casa, del cane Fido von Qualcosa, un pastore tedesco abbandonato in campagna dai tedeschi nella ritirata, è vero che i pastori di razza hanno in Germania il casato, la particella nobiliare. Fido non parlava, ma rispondeva: assentiva agli ordini, e talvolta diceva no. In vecchiaia, quando fu lasciato a morire in città, nei pressi del canile municipale, dopo due giorni era tornato da solo a casa, in campagna, a 80 km., attraversando una serie di valli strette a ridosso della montagna, un faticoso saliscendi. Arrivò sanguinante e zoppicante ma contento – un po’ inselvaggito.

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